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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Imola

Scomparso a Imola Elio Gollini: il partigiano 'Sole' se ne va a 89 anni

Aveva 89 anni il partigiano 'Sole', insignito nel 2011 del Grifo Città di Imola. Il Sindaco Manca: "Con lui se ne va un grande figlio di questa città, che ha contribuito alla liberazione di questo territorio dall'occupazione e dalla dittatura"

E' scomparso Elio Gollini, nome di battaglia 'Sole', partigiano, cooperatore, insignito nel 2011 del Grifo Città di Imola. "Con lui se ne va un grande figlio di questa città, che ha contribuito prima, da partigiano, alla liberazionedi questo territorio dall’occupazione e dalla dittatura, poi alla sua ricostruzione moraleed economica, da cooperatore e da promotore della cultura", così il sindaco di Imola Daniele Manca. Gollini aveva 89 anni.

La camera ardente sarà allestita nella Sala Annunziata, in via Fratelli Bandiera 17/A, con i seguenti orari: mercoledì 23 ottobre, dalle 14 alle 19; giovedì 24 ottobre dalle 8.30 alle 11.30. Alle 11 di giovedì ci sarà la commemorazione ufficiale con gli interventi delsindaco, del presidente di Anpi Imola e di un rappresentante della cooperazione.

IL PARTIGIANO SOLE. Di famiglia antifascista, ha contatti, fin da giovane, con i perseguitati Primo Bassi, Romeo Galli, Amedeo Tabanelli che ne rafforzano i sentimenti d’opposizione al regime. Operaio allo stabilimento «Cogne» di Imola dal 1940, partecipa ad uno sciopero di protesta contro la disciplina militare interna. Viene arrestato con l’accusa formulata dal tribunale militare di Bologna: «rifiuto d’obbedienza in servizio ed ingiurie a superiore nella gerarchica tecnica [...] perché il 9 febbraio 1943 in Imola, appartenente quale operaio mobilitato civile al personale dello stabilimento ausiliario “Cogne” di Imola, si rifiutava di ubbidire all’ordine di riprendere il lavoro intimatogli dal caposquadra [...] ed offendeva il decoro dello stesso caposquadra e in sua presenza e del capo officina, pronunciava la frase: tanto voi che il capo officina siete due deficienti, ed è ora di togliervi di mezzo».

Scarcerato per la giovane età, ma licenziato dalla Cogne, viene assunto allo stabilimento O.R.S.A., sempre a Imola, come disegnatore. Partecipa alle manifestazioni per la caduta del fascismo e allo sciopero dell’agosto, in periodo badogliano, quando la fabbrica viene assediata dall’esercito e carabinieri con arresti, minacce di fucilazione e condanne. Contattato da Francesco Sangiorgi e Giovanni Nardi aderisce al movimento giovanile comunista. Dopo l’8 settembre partecipa al recupero delle armi del disciolto esercito ed è tra gli organizzatori dei gruppi della Guardia Nazionale, costituita dai raggruppamenti antifascisti della città. Successivamente, quando Nardi e Sangiorgi lasciarono Imola per andare coi partigiani istriani, rimane in contatto con Guido Gualandi, Carlo Nicoli, Aldo Cucchi, Domenico Rivalta, Natale Tampieri, cercando nel difficile inverno 43-’44 di mantenere e consolidare i rapporti organizzativi dei gruppi giovanili, promuovendo a Imola il Fronte della gioventù e sollecitando la realizzazione di basi partigiane sull’Appennino.

Nel gennaio 1944 venne incaricato dell’attività politico-organizzativa in città in diretto collegamento con Ezio Serantoni. Successivamente entra a far parte della redazione del periodico “La Comune”, diretto da Claudio Montevecchi e quando questi, nel maggio, dove abbandonarla perché ricercato, assume la direzione del giornale, in stretto rapporto con Walter Tampieri addetto alla riproduzione, fino al dicembre 1944. Membro del comitato direttivo della zona imolese del PCI (responsabile della città, prima, e della città e collina, poi), è tra i massimi organizzatori dell’attività nelle fabbriche, fra i giovani e delle SAP. Dall’estate 1944 fa parte del comando militare SAP, diretto da Natale Tampieri e Aldo Afflitti; organismo che dal settembre 1944 si integra nel Comando piazza di Imola, in previsione di una rapida avanzata degli alleati.

Nel Comando Piazza, diretto, in successione, dai tenenti Luigi Spadoni e Amedeo Ruggi e dal colonnello Ercole Felici, è addetto al servizio informazioni e stato maggiore. Individuato dalle autorità fasciste, continuamente braccato, continua la propria attività pur spostandosi da un luogo ad un altro e prendendo contatto con le varie formazioni combattenti.

Dopo gli arresti del novembre 1944 che colpiscono duramente il movimento clandestino imolese, cessa l’attività della stampa e, nel gennaio 1945 sfuggito fortunosamente ad una irruzione di brigate nere e tedeschi, nella abitazione e nelle adiacenze, ormai impossibilitato a muoversi, in accordo con Ezio Serantoni e Sante Vincenzi si trasferisce a Bologna presso il recapito autotrasporti F.lli Bartolini in via Centrotrecento.

Qui fanno tappa i viaggi di persone e cose fra Imola e Bologna, staffette partigiane (con partite di stampa), familiari di arrestati imolesi in carcere a Bologna, ma anche filofascisti e, a volte, militi delle formazioni della RSI. È un luogo privilegiato di osservazione, ma anche molto esposto; inoltre si può accedere ai comandi tedeschi per le autorizzazioni ai trasporti e i permessi individuali e ciò frutta preziose informazioni e documenti. Ha contatti con Giovanni Bottonelli, Luciano Romagnoli, Giuseppe Alberganti; con Imola i collegamenti sono tenuti tramite Vittoria Guadagnini e Maria Falco. Con Sante Vincenzi rielabora alcune carte topografiche delle installazioni tedesche nell’imolese che poi fa pervenire agli alleati.

Individuato, da una spia, sfugge ad una irruzione di militi fascisti, armi alla mano, in via Centotrecento, mentre nello stesso tempo, a Imola, i poliziotti fascisti entrano  nell’abitazione dei familiari, picchiano la madre e saccheggiano l’appartamento. Rimane, fino alla liberazione di Bologna, rifugiato nella zona della Mascarella. La mattina del 21 aprile prende contatto con il comando della divisione Bologna all’ex Ospedale Maggiore, poi raggiunge, con questi, Palazzo Re Enzo (fonte: Storie Dimenticate).

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