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Cronaca

Festa Donna: tra bilanci duri, proposte e iniziative

Una volta all'anno ci si ferma a pensare alla condizione delle donne nel mondo. Sottomissione, disparità, disoccupazione, emarginazione: ci sono oggi come per gli altri 364 giorni. Ma oggi è tempo di proposte di legge e riflessione

Oggi 8 marzo, festa delle Donna, a Bologna, come nel resto dello Stivale e non solo, è tempo di bilanci, buoni propositi, proposte su leggi di genere che mirino alla parità tra i sessi. Questo accade, ancora oggi, nel 2012.

Il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, in un corsivo, esordisce parlando delle difficoltà lavorative, soprattutto per il "gentil sesso": "Non è un 8 marzo semplice quello che devono oggi affrontare tante donne di tutte le età del nostro Paese. Anche nella nostra regione, che pur conserva un differenziale positivo importante a favore della condizione femminile, sono tante le giovani precarie, le lavoratrici cui si profila un prossimo futuro complesso all'interno di aziende in crisi, le donne in cassa integrazione, le disoccupate". "E' loro, in primo luogo, questo 8 marzo, ed è anche - aggiunge - delle giovani impegnate nelle zone più bisognose del mondo, come Rossella Urru che speriamo di veder presto tornare tra le braccia dei suoi cari e a lavorare con i tanti che, anche in Emilia-Romagna, hanno con lei condiviso progetti umanitari."

Il pensiero a Rossella Urru nel giorno delle donne vola anche L'8 marzo sia anche dall'Assemblea legislativa. Il presidente Matteo Richetti incita: "Che oggi sia soprattutto il giorno di Rossella Urru. L'8 marzo - commenta - rischia di celebrarsi con Rossella ancora prigioniera. Lei, che per l'impegno civico e la forza che sta dimostrando, un coraggio il suo che noi possiamo solo immaginare, rappresenta perfettamente l'impegno, la forza e il coraggio che le donne dimostrano quotidianamente nel lavoro, nelle istituzioni, nei rapporti interpersonali. Dunque, l'8 marzo Festa della Donna e giorno di Rossella Urru". Richetti ha poi posto l'accento sulle istituzioni dove le donne sono ancora sottorappresentate, non certo per colpa loro, evidenziando la risoluzione unanime che, illustrata in Aula dalla presidente della commissione Parità, Roberta Mori, "auspica piena rappresentanza di genere, chiedendo alla Giunta l'impegno a rendere tale principio cardine della propria azione", in stretta collaborazione con l'Assemblea legislativa: "ebbene, noi - ha concluso Richetti - su questo non ci tireremo indietro". Prossimo passo, applicazione dello Statuto dell'Emilia-Romagna.

Alle donne rinchiuse al Cie di Bologna, va invece il l'attenzione di Rita Ghedini, Donata Lenzi e Sandra Zampa, parlamentari del Pd, che d'intesa con Roberto Morgantini hanno organizzato un'iniziativa all'interno del centro: "Vogliamo che queste donne private di tutto, a cominciare dalla libertà che è il bene più prezioso, vivano qualche ora di normalità".

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Infine, come sempre, si passa alla proposte di legge, di cambiamento. Cambiare la legge elettorale regionale per favorire le donne, ora svantaggiate in politica e nelle istituzioni, e anche una legge quadro dell'Emilia-Romagna sulle pari opportunità. Sono i due obiettivi di Roberta Mori, presidente della commissione regionale Parità. La nuova commissione, spiega la Mori alla vigilia dell'8 marzo, ha cominciato un percorso "finalizzato a produrre due conclusioni operative. La prima, a giugno, sulla democrazia paritaria: un progetto di legge che dia attuazione a quanto prevede la risoluzione approvata all'unanimità dall'Assemblea per correggere la legislazione elettorale regionale sia per quanto riguarda le candidature che l'eleggibilità delle donne. In pratica, cambiare la legge elettorale per favorire la presenza femminile nelle istituzioni e la piena partecipazione delle donne alla vita democratica". Il secondo obiettivo, sottolinea, "é ancora più ambizioso: definire una Legge quadro sulle pari opportunità, in cui individuare tutte le possibili leve che possono farci fare un passo avanti per un cambiamento concreto". Una legge quadro che definisca come la Regioni si occupa di parità nei diversi settori: "lavoro, diritti, welfare, cultura, comunicazione, violenza, emarginazione. Una legge che nasca, innanzitutto, dalla conoscenza della realtà e dalle migliori esperienze sperimentare sul territorio. Proprio per questo - conclude - la commissione convocherà una serie di udienze conoscitive, questione per questione, prima ancora che sia depositato un testo base su cui confrontarsi".

Pure l'assessore regionale alle Pari opportunità, Donatella Bortolazzi, torna a sollecitare "un 8 marzo all'insegna del cambiamento", contro le discriminazioni nei confronti delle donne, sottolineando oggi un risultato da partita persa in modo schiacciante: 23 a 6. E' il numero delle ore di lavoro settimanale di cura familiare in Emilia-Romagna, 23 per le donne e solo sei per gli uomini. Si tratta di uno dei dati contenuti nella ricerca presentata ieri dall'assessorato alle Pari opportunità in occasione dell'8 marzo e che conferma il lavoro domestico e familiare in misura molto maggiore a carico delle donne anche se il loro livello di scolarizzazione è superiore rispetto ai maschi: nel 2010 si registrava il 26,9% di laureate nella fascia 30-34 anni e solo il 14,8% per gli uomini. Molti dati di quella ricerca evidenziano la segregazione femminile in ambiti specifici di studio e in posizioni professionali meno qualificate, svantaggiate anche nell'inserimento nel mondo del lavoro, con un tasso di occupazione costantemente inferiore a quello maschile a parità di studi. Nei Paesi Ue l'occupazione femminile è inferiore di quasi 12 punti rispetto a quella maschile e in Italia lo squilibrio è ancora più forte, con un tasso del 67,7% per gli uomini e 46,1% per le donne. "Nel celebrare l'8 marzo - sottolinea l'assessore - ci preme lanciare una sfida: quella di un impegno comune e determinato per azioni in grado di contrastare gli stereotipi di genere, partendo dai nostri giovani. Le politiche di pari opportunità richiedono una sensibilizzazione dell'intera società per promuovere un vero e proprio cambiamento culturale".
 

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