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Cronaca

I numeri di Fico Eataly World: "Il 2024 sarà l'anno in cui torneremo a fare utili"

La missione del parco tematico resta quella di strutturare Fico come una vera e propria struttura industriale. L'ad Stefano Cigarini: "Aumentata la permanenza media del visitatore e raddoppiata la spesa media"

Servirà ancora qualche anno per macinare eventuali utili, ma il lavoro via via comincia a dare i suoi frutti. Intanto, si comincia a guardare seriamente ad un'espansione all'estero, a partire dalla Cina. Lo dice l'amministratore delegato di Fico Eataly World, Stefano Cigarini, illustrando i numeri aggiornati del parco bolognese dove si espongono le eccellenze enogastronomiche di tutta Italia. La missione del manager, ad di Cinecittà World in sella a Bologna da inizio 2021, resta quella di strutturare Fico come una vera e propria struttura industriale, oltre la missione iniziale targata Coop Alleanza e Eataly World (da settembre scorso controllata dal fondo Investindustrial di Andrea Bonomi) che ha fatto sorgere il parco a fine 2017.

I numeri di Fico: "Il 2024 sarà l'anno in cui torneremo a fare utili"

Nel parco di oggi è aumentata la permanenza media del visitatore (da 1,5 a 5 ore) ed è raddoppiata la spesa media (dai 15 euro del 2020 agli oltre 35 di oggi), con un incremento di ingressi del 30% rispetto allo stesso periodo del 2021, di cui un 60% tramite biglietti online. Sono i numeri più cari a Cigarini, che ne aggiunge altri: il piano di sviluppo di Fico prevede qualche milione di euro di investimenti, tra 2023, 2024 e 2025, e il fatturato quest'anno viaggia attorno a quota 10,5 milioni, ma Capodanno da solo (ci sarà un grande unico ristorante con oltre 4.000 prenotazioni già nel conto) sposta 500-700.000 euro e quindi si vedrà nelle prossime due settimane come andrà. "Quest'anno - continua Cigarini- registriamo in sostanza la perdita del 2019, attorno ai 3 milioni ammortamenti inclusi, ma con un volume di visitatori più basso, visto che allora, da quando ha aperto il parco a fine 2017, si entrava a ingresso libero. Significa che questo modello di business, col biglietto, è più sensibile. Realisticamente, il 2024 sarà l'anno in cui torneremo a fare utili". 

Sui progetti di espansione futura di Fico, che fin dall'inizio della sua avventura incassa percentuali sui pasti dai singoli operatori e autoproduce energia, Cigarini spiega che "in Italia non ci saranno, perché a livello nazionale esistono già i vari punti Eataly World e sarebbe quindi una duplicazione. In generale, la nostra idea è quella di far diventare Fico il parco del cibo italiano all'estero. Abbiamo richieste in questo senso e vogliamo andare avanti, dopo aver messo a regime Fico a Bologna. Molte cose le stiamo ancora imparando, anche dai nostri errori".

Parco del cibo italiano all'estero? Si guarda alla Cina

La pista più calda al momento è quella cinese: "Ci sono 5-6 territori - continua l'ad - che hanno avanzato manifestazioni d'interesse, in questo senso, ma stiamo parlando di progetti da qui a 10 anni. La Cina è inclusa e anzi è già più avanti della concorrenza, sulla base di uno studio di fattibilità e di un contratto preliminare già firmato" per quanto riguarda la zona di Hangzhou. "Teoricamente, sarà il primo paese dove andremo. Sui tempi non abbiamo ancora certezze, un po' come per il progetto dello stadio", chiosa Cigarini, alludendo alla struttura temporanea nell'area di Fico concordata con il Bologna calcio, già annunciata in vista dei lavori di riqualificazione del Dallara: "Il Bologna ci ha detto che in 6-9 mesi la tira su, è una struttura tipo lo stadio del Cagliari o del Frosinone: un pre-montato assemblato a fine opera. Non si consuma suolo, fra l'altro, evitando cattedrali nel deserto pensando ai parcheggi o al resto. Noi mettiamo Fico, il Bologna calcio mette i soldi e il Comune mette un pezzetto di terra in più".

(Dire) 


 

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