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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Maxi indagine "Ropax", tratta migranti: si smontano le accuse per alcuni dei soggetti coinvolti

Per 4 dei soggetti coinvolti si affievolisce il coninvolgimento nell'operazione "Ropax". Nessun grave indizio di colpevolezza in merito al delitto associativo, è quanto deliberato dal tribuanle di Bologna

La maxi indagine - denominata "Ropax" - della sqaudra Mobile di Bologna e Ravenna portò a 13 ordinanze di custodia cautelare e 4 fermi nei confronti di altrettanti afgani, per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Bologna era lo snodo privilegiato per la tratta degli stranieri.

A meno di un mese arriva la decisione del Tribunale di Bologna su 4 dei soggetti rimasti coinvolti, a vario titolo, nell'inchiesta. Con l'ordinanza del Tribunale viene annullato l'ordine di custodia cautelare in carcere per tutti i ricorrenti per il capo relativo all'associazione a delinquere, disponendo la scarcerazione degli indagati.

Nel documento si legge che "le investigazioni compiute hanno permesso di acclarare l'effettiva sussistenza di contatti tra alcuni degli indagati, nonché il mutuo aiuto da essi prestato per effettuare il trasporto all'Estero di clandestini di nazionalità afgana.".

Tuttavia, nonostante permanga il coinvolgimento marginale degli inquisiti "non risulta, però, che essi abbiano dato vita a una organizzazione avente la finalità di gestire con continuità gli arrivi e le partenze di immigrati in transito sul suolo nazionale in quanto diretti in altri paesi europei."

Ancora viene aggiunto che "non è emerso che gli indagati avessero nella loro disponibilità mezzi di trasporto da utilizzare in comune per la commissione dei reati o che avessero predisposto una rete di alloggi da destinare all'ospitalità dei .profughi o che si fossero strutturati in modo da garantirsi un flusso continuo di immigrati o che avessero istituito una qualche forma di cassa sociale ove far confluire quanto guadagnato con l'illecito traffico e da cui prelevare quanto necessario per la gestione della comune attività."

Non è neppure emerso che "gli indagati avessero dei collegamenti, mediante i medesimi referenti, con organizzazioni criminali internazionali dediti alla commissione di delitti in materia di immigrazione clandestina". Infatti, viene specificato nell'ordinanza che i contatti in essere tra alcuni dei sogegtti coinvolti "non sono indicativi della presenza di una struttura associativa alla quale avrebbero aderito i prevenuti".

Alla luce di quanto esposto, conclude il documento, "quella disegnata nell'ordinanza gravata non appare essere una struttura associativa ma una rete spontanea di relazioni e rapporti, priva di una organizzazione, seppur rudimentale, e non diretta alla realizzazione di programma criminoso."
 

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