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2 agosto 1980

Strage di Bologna, Lepore: "Basta scorciatoie, rispettare le sentenze"

Il sindaco interviene dopo che la difesa di Cavallini, condannato in primo grado all'ergastolo per concorso nell'attentato, ha chiesto di dichiarare nulla la sentenza in quanto quattro dei giudici popolari avevano compiuto 65 anni

"Penso che dobbiamo fare dei passi in avanti come Paese, rispettando le sentenze e non trovando nuove scorciatoie per cancellare quello che è stato". Il sindaco Matteo Lepore interviene sulla questione sollevata dalla difesa di Gilberto Cavallini, condannato in primo grado all'ergastolo per concorso nella strage del 2 agosto alla stazione di Bologna, che ha chiesto di dichiarare nulla la sentenza in quanto quattro dei giudici popolari avevano compiuto i 65 anni prima della conclusione del processo.

Attesa per il pronunciamento della Cassazione 

La Procura Generale di Bologna ha chiesto però il rigetto dell'eccezione. Per l'accusa, che ha citato sentenze della Cassazione del '67 e del 2004, oltre che i lavori preparatori della legge del 1951 (dove si sottolinea che "il requisito dell'età si riferisce al momento in cui deve essere costituito il collegio"), "l'ultimo controllo che il legislatore prevede per questo requisito dell'età avviene in sede di estrazione delle liste e presa di possesso dell'incarico, dopo non c'è più possibilità, per questo motivo, di sostituire il giudice popolare". La Corte d’assise d’appello di Bologna, riunita ieri per il processo di secondo grado, ha deciso di attendere (come chiesto dalla Procura Generale) il pronunciamento della Cassazione su un caso di Palermo, dove una sentenza di primo grado per omicidio è stata annullata dalla Corte d'assise d'appello proprio per il superamento dell'età di un giudice.

Il sindaco cita Mattarella

Intervenendo oggi sulla questione, a margine di una iniziativa, Lepore ha citato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quando “nel giorno della memoria per le stragi e il terrorismo, ha richiamato tutti quanti a fare attenzione sul fatto che lo Stato e parti dello Stato hanno da farsi perdonare e devono chiarire molte cose rispetto agli anni del terrorismo”. Perché, ha concluso il sindaco, “abbiamo bisogno di verità e di giustizia, e dobbiamo tutti lavorare in questa direzione”.

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