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Cronaca Centro Storico / Via Broccaindosso

Occupato il Liceo Laura Bassi: "Sistema scolastico degradato, l'occupazione è liberazione" | FOTO

Da questa mattina nel liceo di via Broccaindosso le lezioni sono sospese

Da oggi, 18 aprile, il Liceo Laura Bassi di via Broccaindosso è occupato con sospensione delle lezioni: "Noi studenti siamo disposti a lottare fino a quando i professori, i collaboratori scolastici ed i genitori non si uniranno al nostro fianco. Abbiamo intenzione di costringere i politici e i politicanti a permettere quei cambiamenti che tanto ardentemente osteggiano. Solidali, eguali, per crescere insieme e davvero" si legge sul Manifesto. 

"Un sistema scolastico degradato, basato su una riforma fascista. la riforma Gentile del 1923 ha reso la scuola ormai uno spazio corrotto - rivendicano gli studenti del collettivo - Esso collabora con un governo che permette la presenza di associazioni giovanili e aggressioni di militanti neofascisti contro i giovani, come quella all’esterno del liceo Michelangiolo di Firenze, ed istanze in cui non ci sentiamo riconosciut*. È un sistema nel quale non si imbattono solo gli studenti ma anche tutti i presidi, i docenti, i collaboratori scolastici che sono schiacciati tanto quanto noi e con i quali intendiamo instaurare un dialogo, un rapporto di stretta reciprocità, in quanto tutti vittime della stessa situazione malsana".

Scuola, nuova occupazione in città

Per gli occupanti ormai "la crisi non è più l’eccezione alla regola" e non sarebbe "luogo libero e sicuro, dove sentirsi nella posizione di potersi esprimere, scoprire e sviluppare il proprio potenziale, diventa per noi studenti e
studentesse causa di un eccessivo disagio psicologico. In primo luogo, il sistema valutativo attuale non prende in considerazione la crescita personale e l’effettivo apprendimento degli studenti". 

Rivendicano "la dimensione economica della scuola nella società, da troppo tempo ormai trascurata. Ogni sistema per funzionare necessità di essere alimentato, ma le scuole italiane sono ormai da anni depauperate dei fondi necessari anche solo al semplice mantenimento. Un ente preposto alla formazione delle future generazioni
non può essere mutilato per finanziare agende politiche di alcun tipo! Le nostre classi passano dall’essere surgelatori d’inverno a forni d’estate. Gli ambienti scolastici in Italia, sono ormai troppo piccoli per la quantità di studenti che devono contenere. Costanti riforme atte ad alzare il limite di studenti per classe (ad oggi 30) hanno
mutato il volto delle aule da un sito di cultura ad uno di stoccaggio. In quasi tutte le scuole ci sono problemi che causano seri disagi, a volte interi istituti risultano non essere a norma di legge".
E quindi "barriere fisiche (mancanza di spazi dedicati ed adeguati)., avvizzimento della professione scolastica, scuole di serie A e di serie B, discriminazione verso gli istituti tecnici ed ancor di più contro gli istituti professionali.", docenti "costretti a lavorare oltre il monte ore stabilito e senza degna retribuzione. Noi studenti del Liceo Laura Bassi ci schieriamo dalla parte dei professori. 

"Sugli studenti ansia e stress"

"I docenti riversano sugli studenti ansia e stress - scrivono in una nota - in quanto obbligati dalla necessità di avere
un numero di valutazioni entro tempi brevi e prestabiliti, ma anche da programmi delineati e serrati. E così, gli studenti sentono il peso di aspettative asfissianti che non tengono conto della necessità di procedere secondo i propri tempi e nei propri modi. Ciò non fa altro che compromettere inevitabilmente lo scopo primario educativo, il quale dovrebbe invece essere alla base del sistema scolastico".

Il collettivo cita nel Manifesto alcune normative e visioni di esperti come quella di Laura Parolin, presidente dell’ordine degli psicologi: "Tra le ragioni per cui gli studenti soffrono c’è il peso dell’eccellenza: come se essere eccellenti, o eccezionali, fosse l’unico segnale possibile di successo. Questo tipo di educazione lascia fuori non solo ciò che non funziona ma anche tutto quello che è medio, normale. Generando la sensazione, in chi non raggiunge il massimo, di aver fallito. E, come conseguenza, l’incapacità di tollerare l’insuccesso. Che invece costituisce un valore nel processo di crescita personale, perché permette di ripensare, ripartire, ricostruire", mentre, scrivono, "la valutazione dovrebbe avere come oggetto il processo formativo prima ancora dei risultati dell’apprendimento", come recita l'Art.1 dlgs 62/17 della Gazzetta Ufficiale. 

"Non è garantita la Carriera Alias"

Prevede la possibilità di modificare il nome anagrafico con quello di elezione, scelto dalla persona trans: "E’ importante che gli studentə appartenentə alla comunità trans possano essere liberi di riferirsi all'interno dell'ambito scolastico con il nome che hanno deciso di utilizzare  - scrivono - Essi infatti passano la maggior parte del loro tempo quotidiano all’interno di un ambiente che dovrebbe proteggerlə e assicurare loro un ambiente inclusivo.
L'istruzione è un diritto e per medesimo motivo gli studentə devono sentirsi a proprio agio. Se a questo sistema alienante, aggiungiamo la mal gestione di questo disagio psicologico - denunciano - la situazione è in evidente degrado: i docenti sono spesso impreparati alla gestione di situazioni di manifestazione d’ansia e panico che la scuola causa agli studenti. Per questo riteniamo necessario che tutti i docenti possano avere accesso a corsi formativi e informativi sulla gestione di situazioni di disagio psicologico".

"Falla dell’assistenza psicologica"

"Necessità di psicologi esterni in tutte le scuole, al servizio di tutta la comunità scolastica, allo scopo di
creare un ambiente sereno, collaborativo ed empatico", rivendica il collettivo,. "Paradossalmente, all'interno della nostra scuola il supporto psicologico viene delegato a docenti interni, talvolta professori degli studenti stessi che questi seguono. Ribadiamo quindi, come sia necessario che all'interno della nostra scuola vengano inseriti
psicologi esterni" e ricordano "l'incremento preoccupante dell’abbandono degli studi e dagli episodi di suicidio, come: Diana Biondi, studentessa universitaria di Napoli; Riccardo, il ventiseienne della provincia di Padova; la studentessa diciannovenne di Milano trovata morta il 1 febbraio nei bagni dell’università; e ancora, il ventitreenne di origini abruzzesi che studiava a Bologna e che lo scorso ottobre si è tolto la vita; il ventinovenne di Pescara, studente di Forlì, che si è lanciato giù da un ponte; Claudio, studente diciottenne di Salerno, morto per le stesse cause. E' evidente, dunque, un’enorme falla nella considerazione dell’assistenza psicologica da parte della scuola e delle istituzioni, che compromette la salubrità di un ambiente assolutamente fondamentale". FONDI E FUTURO

Alternanza scuola-lavoro (PCTO): "Inammissibile scia di sangue"

"Lo riteniamo un percorso utile, ma da riformare dalla base: nei licei spesso le attività non sono collegate ai nostri indirizzi di studio e non vi è sufficiente possibilità di scelta. Per questo motivo non riescono ad educare noi studenti in base alle nostre singole inclinazioni" si legge "Chiediamo, dunque, una maggiore personalizzazione di questi percorsi formativo-educativi col fine di coinvolgere tutti gli studenti. Desideriamo che studenti e professori collaborino nella scelta del percorso di PCTO da intraprendere, tramite un comitato composto da alunni e docenti, che, a seguito di una votazione, selezioneranno le proposte inerenti al percorso formativo. L'obiettivo di questa esperienza formativa, sarebbe quello di introdurre lo studente al percorso professionale che preferisce".

Un percorso che colpisce maggiormente gli  istituti tecnici e professionali: "In queste scuole gli studenti svolgono il PCTO presso aziende in cui la sicurezza è affidata al datore di lavoro (art. 17 del D.lgs 81/08 ) e la manodopera esercitata da questi non è retribuita, nonostante le abbondanti, e talvolta eccessive, ore di lavoro: troviamo inammissibile la lunga scia di sangue che l’alternanza scuola-lavoro si lascia dietro. In Italia dal 2017 al 2021 sono stati denunciati 296.003 infortuni e 18 morti". 

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