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Cronaca

Patrick Zaki, il giorno dell'udienza tra speranze e timori

Al via la terza udienza nell'ambito del processo a carico dello studente Unibo arrestato 22 mesi fa con l'accusa di sedizione e che ha già trascorso oltre 650 giorni nel carcere di massima sicurezza di Tora, al Cairo

Ci siamo, oggi presso il tribunale di Mansoura,  Egitto, l'udienza nell'ambito del processo a carico di Patrick Zaki, lo studente Unibo egiziano arrestato 22 mesi fa, con l'accusa di sedizione e che ha già trascorso oltre 650 giorni nel carcere di massima sicurezza di Tora, al Cairo. Nel procedimento, che viene celebrato nella città natia del ricercatore, si contesta in realtà il reato di diffusione di false notizie in patria e all'estero per un articolo che Zaki pubblicò per il portale online Darraj qualche anno fa. E' possibile che una sentenza sia comunicata già nella giornata odierna.

Unibo ricorda così il suo studente | VIDEO

Perchè Patrick Zaki  è stato arrestato

Nel testo contestato, lo studente esperto in diritti umani e di genere denunciava le violenze a cui la minoranza copto-cristiana è esposta in Egitto. "Non passa mese senza che si verifichino dolorosi incidenti contro i copti egiziani- si legge nelle prime righe del suo lavoro- dai tentativi di sfollamento che avvengono nell'Alto Egitto, ai sequestri, la chiusura delle chiese o altri attentati. Questo articolo è un semplice tentativo di monitorare gli eventi nell'arco di una settimana nella vita quotidiana degli egiziani cristiani".

Processo Zaki, cosa rischia lo studente Unibo

L'ultima udienza si è svolta il 28 settembre e ha permesso ai difensori del trentenne di ottenere i documenti dell'accusa, per studiare bene il caso e venire a conoscenza dei reati contestati. Quello di "fake news" può costare una condanna fino a cinque anni di reclusione. Per sollecitare la sua piena assoluzione, l'organizzazione EgyptWide, nata in Italia dalla collaborazione di giovani sia italiani che egiziani, ha deciso di lanciare la campagna #ElHurreyaPerPatrick (  "El-Hurreya" vuol dire "libertà" in arabo) per le giornate del 5, 6 e 7 dicembre, che consiste nel sollecitare le persone a registrare dei brevi video in cui, appunto, chiedere "libertà per Patrick", fare il gesto della colomba con le mani, e poi diffonderli sui social network con il relativo hashtag. 

Patrick Zaki : la sagoma in un presepe a Firenze

Presidi a sostegno, timori anche per la salute di Zaki

Speranze e timori. Così gli amici di Zaki, i sostenitori, l'Università di Bologna, e non solo, vivono queste ore in attesa di capire se lo studente potrà riprendersi in mano la propria vita o se l'incubo dietro le sbarre sarà ancora lungo. La vicinanza a Patrick è stata rinnovata ieri, quando in diverse piazze italiane si sono approntati si-in in suo nome, invocandone la libertà. Anche Bologna ha ovviamente risposto all'appello, con un presidio ai Giardini Margherita. Nell'occasione è intervenuto anche un amico di Patrick che ha raccontato l'angoscia dello studente per la cui salute si nutrono forti preoccupazioni.

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Anche il Comune di Bologna si stringe intorno a Patrick Zaki  

Anche il COmune di Bologna a fianco di Patrick. In segno di solidarietà alla causa, infatti,  è stato illuminato di giallo il Palazzo del Podestà. "Un giallo pieno di speranza- come ha detto il sindaco Matteo Lepore- è quello che illumina  il Palazzo del Podestà di Bologna. È il nostro modo, uno dei tanti, per dire a Patrick Zaki che siamo qui ad aspettarlo. Bologna sarà al suo fianco".

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