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Cronaca Corticella-Dozza / Via di Corticella

Rissa aggravata in Corticella: cinque denunciati e colpiti da “Daspo Willy”

I fatti risalgono al 4 agosto scorso. Colpiti da misura cautelare cinque stranieri

Cinque persone di origine straniera, tutte di età compresa tra i 35 e i 47 anni, sono stati denunciati per rissa aggravata. Per gli individui in questione è scattato, su disposizione del Questore di Bologna, il divieto di accesso ai centri urbani (D.A.C.UR.), conosciuto anche come “Daspo Urbano” o “Daspo Willy”, così denominato in seguito alla vicenda che ha visto morire il giovane Willy Monteiro Duarte per le percosse ricevute in un pestaggio a Colleferro, in provincia di Roma, il 6 settembre del 2020.

I fatti

L’accaduto risale alle ore 23 circa del 4 agosto scorso quando, su segnalazione di alcuni residenti della zona, il personale della Polizia è intervenuto nei pressi di un esercizio commerciale in via di Corticella per una rissa. All’arrivo degli agenti la rissa era già terminata e alcuni individui si erano già dileguati. Alcune persone che avevano però partecipato alla rissa erano ancora in zona e, dopo gli accertamenti del caso, sono stati denunciati per rissa aggravata.
In seguito all’episodio, sono scattati ulteriori accertamenti da parte della Divisione Anticrimine al termine dei quali sono stati emessi cinque Daspo, ognuno per ogni soggetto coinvolto. Per i soggetti coinvolti è scattato, quindi, il divieto per la durata di un anno di accedere al pubblico esercizio di via di Corticella e di stazionare nelle immediate vicinanze.

Il Daspo Willy

Il provvedimento conosciuto come “Daspo Willy” è una norma approvata all’interno dei Decreti sicurezza nel 2020. La finalità della norma è quella di punire la “movida violenta”, inasprendo le pene per i reati di rissa e rissa aggravata: la sanzione pecuniaria è passata da 309 euro a 2mila euro e la reclusione, se qualcuno rimane ferito o ucciso nella rissa, parte da un minimo di sei mesi fino ad un massimo di sei anni, inasprendo la precedente norma che andava dai tre mesi ai cinque anni di reclusione. Il daspo consiste nel divieto di accesso ai pubblici esercizi per i protagonisti di disordini o atti violenti e a “soggetti che abbiano riportato una o più denunce o una condanna non definitiva, nel corso degli ultimi tre anni, relativamente alla vendita o cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope”. 

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