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Prima la rissa, poi la rapina: branco in arresto in via Zamboni

L'episodio risale allo scorso gennaio, ripreso anche da alcuni video. Il comandante dei carabinieri: "Chiederemo alla questura il Daspo urbano"

Alla fine era una rapina di gruppo. Sviluppi sull'indagine della baby gang che lo scorso gennaio si è resa protagonista della nota rissa all'inizio di via Zamboni, verificatasi lo scorso 16 gennaio 2022.

Con l'aiuto anche di dispositivo di riconoscimento facciale, i carabinieri di Bologna sono arrivati alle identità dei presunti autori, due maggiorenni e due minorenni, tutti di nazionalità tunisina residenti da tempo in Italia. Per loro le relative procure hanno chiesto e ottenuto la custodia cautelare nelle rispettive carceri, alla Dozza per gli over 18, al Pratello per i minorenni.

VIDEO | Botte da orbi, immagini della rissa fanno il giro del web

Il modus operandi: una spallata, un pretesto, poi la spedizione punitiva

La tecnica del gruppo, tutti ragazzi ospiti oppure con contatti con le comunità di recupero, era collaudata.

Dapprima si sceglieva una vittima. Seguiva poi un pretesto per attaccare briga, al quale segue una colluttazione solitamente con l'uso dello spray al peperoncino. Nelle pieghe degli eventi, infine spariscono portafogli e cellulari delle vittime.

Il copione è andato in scena in maniera simile anche quella sera in via Zamboni. Nel video, poi divenuto virale, i carabinieri hanno appurato come una delle vittime, il ragazzo percosso a terra, in realtà si trattasse di uno degli amici della vittima.

La rissa si è protratta nel tempo: i tre ragazzi vittime si sono allontanati da piazza Ravegnana in cerca di aiuto, entrando in una pizzeria take away poco distante.

Individuato dal branco però, lo stesso giovane è stato trascinato fuori dal locale e poi malmenato. Sarà poi lui a riportare le ferite peggiori, trauma cranico e alle parti basse. Ne avrà per 15 giorni. Ora tutti e quattro i presunti aggressori dovranno rispondere di rapina aggravata in concorso.

Le indagini

I carabinieri si sono mossi partendo dalle denunce raccolte dalle giovanissime vittime, tutte residenti nella Bassa bolognese e in transito in città per il fine settimana.

Con l'aiuto anche di un sistema di riconoscimento facciale i militari sono in breve tempo risaliti ai presunti autori. A carico degli indagati si sono aggiunte anche le numerose testimonianze dei Presenti e delle vittime.

Il Colonnello Santovito: "Chiederemo il Daspo urbano"

"Chiederemo alla questura di sottoporre questi soggetti alla misura del Daspo urbano, riteniamo la misura adeguata per arginare questo tipo di comportamenti" fa sapere il comandante provinciale dell'Arma Santovito. "Grazie alla capillare presenza sul territorio, solo nell'ultimo periodo i carabinieri hanno denunciato una cinquantina di soggetti infraventenni, di cui il 90 per cento minorenni" conclude l'ufficiale.

La capo di gabinetto: "Segnale importante per i cittadini"

“Vorrei ringraziare a nome del Comune i Carabinieri per aver fatto luce su un fatto di cronaca che ha scosso la città lo scorso gennaio, individuando i responsabili ed assicurandoli alla magistratura”. Ha dichiarato la Capo di Gabinetto e delegata alla sicurezza del Comune Matilde Madrid. “L’intervento tempestivo dei Carabinieri è un segnale importante per i cittadini, a partire dalle tre giovani vittime alle quali va ancora una volta la nostra vicinanza per la brutale aggressione subita. L’azione dei carabinieri è esempio ulteriore della capacità di risposta delle nostre forze dell’ordine e delle istituzioni più in generale, che a Bologna - conclude Madrid - sono presenti e pronte a rispondere”.

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