'Liberate Rossella', Bologna si batte per la cooperante rapita in Algeria
Un grosso stendardo con la foto di Rossella affisso a palazzo d'Accursio. Così la città felsinea aderisce alla campagna di solidarietà per la giovane operatrice sequestrata in missione
“Liberate Rossella”, un lungo stendardo tra meno di due comparirà sulla facciata di Palazzo d'Accursio. Una gigantografia di Rossella Urru, sovrasterà la scritta, che vuole essere un sentito e partecipe invito del capluogo felsineo alla viceda della giovane cooperante italiana rapita nel campo profughi Sharawi di Rabuni. Oggi sono giusto due mesi dal sequestro.
Bologna si aggiunge alle voci dei familiari di Rossella, delle istituzioni, delle associazioni, della gente che è rimasta col fiato sospeso da quell nella notte tra il 22 e il 23 ottobre.
"C'è grande preoccupazione per lei", aveva detto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, esprimendosi sull sequestro di Rossella, "il cui impegno abbiamo avuto modo di apprezzare anche nella nostra regione".
In piazza Maggiore oggi per Rossella: l'assessore comunale con delega alle Relazioni internazionali, Matteo Lepore, ed i rappresentanti di alcune associazioni e ONG che operano nei campi profughi Saharawi: El Ouali, Peace Games e Libera. "Chiediamo al ministero degli Esteri di farsi parte attiva per la liberazione di Rossella. Chiediamo inoltre a tutte le città della nostra regione e all'Anci di attivarsi perché anche in altri comuni venga esposto lo stendardo, e si continui a tenere alta l'attenzione su questo rapimento", ha commentato l'assessore Matteo Lepore. "Ringrazio tutte le associazioni presenti oggi e le ONG per il sostegno a questa iniziativa, e per il lavoro che ogni giorno svolgono per la pace e lo sviluppo nel mondo", ha aggiunto l'assessore.
CHI E' ROSSELLA. Rossella Urru si è laureata in Cooperazione internazionale alla Facoltà di Conservazione dei Beni culturali di Ravenna, con una tesi proprio sul popolo Saharawi, per il quale è stata impegnata anche in un progetto di cooperazione avviato dal Comune romagnolo. Sgomento anche a Forlì, dove il Comune pure è da anni impegnato per i Saharawi nel deserto algerino, in partenariato con il Cisp e altre realtà come l'associazione Afmf (recente la prevenzione dalle epatiti compiuta nei campi da medici e tecnici proprio con il coordinamento di Rossella) e il Punto Europa del Polo scientifico-didattico forlivese dell'Università di Bologna.