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Ritrovata lettera autografa di Rossini: era finita all'asta | VIDEO

Il recupero dei Carabinieri del Comando Tutela patrimonio culturale riguarda un documento del 1839, rubato a metà Novecento

Era stata rubata dopo il 1942 nel Conservatorio di Bologna e da allora se ne erano perse le tracce. Per fortuna, pero', in estate dei musicologi hanno notato che era stata messa all'asta in Lombardia e hanno segnalato la cosa a Bologna Musei, che a sua volta ha segnalato ai Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale.

Così ora una lettera del compositore Gioacchino Rossini è stata riconsegnata al Comune e sara' esposta nella sala del Museo internazionale e Biblioteca della Musica dedicata proprio a Rossini.

La lettera, spiega in conferenza stampa il comandante del Nucleo tutela patrimonio culturale, Giuseppe De Gori, era stata "inviata da Rossini al senatore di Bologna il 28 aprile 1839, come forma di ringraziamento per la nomina a Consulente onorario perpetuo del Liceo musicale bolognese", in cui il compositore aveva studiato.

La lettera era poi stata consegnata alla biblioteca del Liceo, che come ricorda la dirigente della Soprintendenza archivistica dell'Emilia-Romagna, Elisabetta Arioti, "fino all'ottobre del 1941 era una scuola comunale, e poi divenne Conservatorio statale", il 19 febbraio 1902.

Infatti per 'identificare' con certezza la lettera, di cui non esisteva una foto nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, i Carabinieri hanno trovato, negli archivi comunali, la trascrizione integrale del testo originale con la dichiarazione dell'avvenuta consegna al Liceo musicale, risalente appunto al 1902, a cui si aggiunge la pubblicazione della lettera nella rivista rossiniana del 1942, edita in occasione della celebrazione rossiniana che si tenne a Bologna dal 27 al 29 maggio di quell'anno.

E proprio l'immagine pubblicata nel 1942 e la trascrizione del 1902 hanno permesso ai militari di stabilire con certezza che quella messa all'asta era proprio la lettera trafugata negli anni '40 e di ottenerne il sequestro prima che fosse troppo tardi. La notizia del sequestro, aggiunge Arioti, "ci e' stata comunicata il 15 giugno, e pochi giorni dopo la Soprintendenza archivistica della Lombardia", che si era a sua volta attivata, "ci ha fatto sapere di aver sottoposto, in via cautelativa, il documento al procedimento di dichiarazione di interesse pubblico, aggiungendo che secondo loro, in base al numero di protocollo, la lettera apparteneva al Liceo musicale".

Sulla vicenda sta indagando la Procura di Milano, che sta verificando se chi ha consegnato la lettera alla casa d'aste l'avesse ottenuta in buona fede oppure no (in quest'ultimo caso rischierebbe un'accusa di ricettazione). Da parte loro, ne' l'autore della segnalazione, il musicologo Luigi Verdi, che spiega di "aver saputo dell'asta dopo aver trovato l'annuncio, grazie a un collega, su un sito web", ne' De Gori si sbilanciano sul possibile prezzo di vendita del documento, anche se De Gori spiega che pezzi del genere "possono essere venduti anche a 20.000 euro".

Ovviamente soddisfatto il sindaco Virginio Merola, che evidenzia come la lettera, che "testimonia l'affetto di Rossini per Bologna", vada ad "arricchire ulteriormente il nostro patrimonio di opere rossiniane". Patrimonio che, osserva il presidente di Bologna Musei, Roberto Grandi, ammonta a "circa 500 documenti".

E la restituzione della lettera, che come afferma Arioti corona "una storia a lieto fine, che probabilmente a Rossini sarebbe piaciuta", arriva giusto in tempo per consentire di esporre il documento in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dalla morte del compositore. (Dire)

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