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Cronaca

Scuola, stipendi arretrati per i presidi fino a 50mila euro

I sindacati di categoria Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal dell'Emilia-Romagna minacciano azioni di tutela in tutte le sedi

I presidi dell'Emilia-Romagna vantano stipendi arretrati tra i 30.000 e i 50.000 euro ciascuno, non pagati da tre anni. E ora la pazienza è finita. I sindacati di categoria Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal dell'Emilia-Romagna minacciano infatti "azioni di tutela in tutte le sedi" se l'Usr e il ministero non si metteranno in linea coi pagamenti.

I sindacati denunciano infatti "la grave situazione retributiva dei dirigenti scolastici assunti in Emilia-Romagna a partire dall'1 settembre 2019", i quali sono stati "ingiustamente e illegittimamente privati di una parte consistente dei loro stipendi". Si tratta della "retribuzione di posizione parte variabile, legata alla fascia di complessità dell'istituzione scolastica".

Vale a dire una cifra che va da 700 a 1.225 euro lordi al mese. "A causa dei ritardi nella definizione dei contratti integrativi regionali di riferimento- spiegano i sindacati- l'Usr dell'Emilia-Romagna per tre anni ha motivato tale decurtazione con l'impossibilità di conoscere gli importi spettanti, dando ampia rassicurazione agli interessati di provvedere non appena sottoscritti gli integrativi". Alcuni presidi, nel frattempo, hanno comunque intentato azioni legali contro l'amministrazione scolastica, sostenuti dai sindacati. E ora si aggiunge "la violazione degli impegni" da parte dell'Usr, dal momento che a gennaio è stato applicato l'integrativo 2019-2020 ma ad oggi, dicono le sigle di categoria, "non risultano corrisposti tutti gli arretrati corrispondenti alle 44 mensilità non erogate". Si parla cioè di cifre che variano da 30.000 a 54.000 euro lordi, a seconda della fascia di appartenenza. Allo stesso modo, "non risulta effettuato l'adeguamento dei loro stipendi con la voce relativa alla retribuzione di posizione parte variabile".

I sindacati dell'Emilia-Romagna chiedono dunque che "ai dirigenti scolastici assunti con l'ultimo concorso in Emilia-Romagna sia immediatamente riconosciuto il diritto a una 'retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro', nonché all'uguaglianza, posto che questo deleterio trattamento, riservato solo ai dirigenti di più recente nomina, non ha eguali in nessun rapporto di lavoro con la Pubblica amministrazione".

Secondo Cgil-Cisl-Uil e Snals, "non è accettabile che i dirigenti scolastici siano costretti a lavorare, spesso lontani dalla regione di residenza, senza sapere qual è la retribuzione che compete loro e ad attendere ancora per vedersi corrispondere quanto di spettanza".

I sindacati esortano quindi l'Usr Emilia-Romagna, "per quanto di competenza, a ripristinare immediatamente l'integrità della retribuzione ai dirigenti scolastici assunti con l'ultimo concorso". Allo stesso tempo chiedono al ministero dell'Istruzione di "intervenire per garantire l'omogeneità delle retribuzioni su tutto il territorio nazionale. Le organizzazioni sindacali sono pronte a tutelare in tutte le sedi i diritti dei dirigenti scolastici", avvertono. (Dire)

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