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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Strage di Marzabotto: "Disegno strategico del Reich", la Germania condannata a risarcire le vittime

Secondo la presidente del Comitato della Camera sui diritti umani nel mondo la sentenza è destinata a fare giurisprudenza

"Le atrocità compiute non dipendevano da scelte individuali dei militari impegnati sul campo, bensì erano parte integrante di un preciso disegno strategico ideato al vertice del Reich". Queste le parole nella sentenza, non ancora definitiva, del tribunale di Bologna che riconosce il diritto di ottenere il risarcimento ai familiari delle vittime dell'eccidio di Marzabotto sulla base della pronuncia della Corte costituzionale italiana del 2014.

Lo stato tedesco, come riferisce Agi, dovrà quindi risarcire i parenti delle persone ammazzate dai nazisti, tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, circa 800 persone. 

"Nel corso dell'operazione militare - si legge nella sentenza - diretta a contrastare la formazione partigiana 'Stella Rossa', tra il 29 ed il 30 settembre 1944 e successivamente tra il 1 ottobre ed il 5 ottobre dello stesso anno, nella zona ricompresa tra i Comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi, alcuni membri del settore armato delle SS (c.d. Waffen SS), appartenenti alla 16^ Divisione-SS Corazzata Granatieri comandata dal generale Max Simon e, più specificamente, al 16 Reparto Ricognitori comandato dal Maggiore Walter Reder, si rendevano responsabili di plurimi eccidi che colpivano le famiglie degli odierni attori".

Boldrini: "Sentenza destinata a fare giurisprudenza"

"La Repubblica federale tedesca dovrà risarcire i familiari delle vittime di Marzabotto e degli eccidi commessi dalle 'Waffen SS' dal 29 settembre al 5 ottobre a Monte Sole. Una sentenza del tribunale di Bologna destinata a fare giurisprudenza. Questa decisione, infatti, vede cadere il principio di immunità degli Stati rispetto alle azioni commesse dagli eserciti regolari. Si estende così la responsabilità, che non sarebbe più soltanto dei singoli autori dei crimini di guerra. Interpretazione del diritto che potrebbe essere estesa anche a questo accade in Ucraina e non solo - si legge in una nota di Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato della Camera sui diritti umani nel mondo, che da presidente della Camera presiedette le celebrazioni del 25 aprile 2014 proprio a Marzabotto - Nel mondo sono tante le aree di conflitto in cui quotidianamente si perpetuano atrocità, violenze e abusi, troppe volte cadute nell'impunità non solo di chi le ha commesse ma anche di chi le ha ordinate, essendo in posizioni gerarchiche di comando".

L'eccidio

Dal 29 settembre ai primi giorni di ottobre 1944, la rappresaglia nazista iniziata in Toscana si spostò sull'Appennino, dove si consumarono diverse stragi nel territorio dei comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, e si contarono circa 1.700 morti.

Un kommado arrivò ai piedi del monte Sole dove operava la brigata partigiana 'Stella Rossa'. Durò giorni la mattanza e tutti furono scovati e sterminati a colpi di mitragliatrice e bombe a mano. Mandante della strage Il maresciallo Albert Kesserling, l'esecutore si chiamava Walter Reder, maggiore delle SS.

La popolazione era raccolta in chiesa in preghiera, all'arrivo dei tedeschi uno dei primi a morire fu il sacerdote, poi trucidarono i più anziani. Portarono fuori 147 persone, tra cui 50 bambini, li ammassarono nel cimitero e li uccisero Memoria-2con raffiche di mitragliatrice. Ma la sete di sangue degli uomini di Reder non si esaurì: continuarono il rastrellamento e fucilarono altre 350 persone.

Gli assassini non si limitatono a massacrare gli abitanti, ma misero a ferro e fuoco i paesi, distruggendo case e stabili, dissemindo il territorio di mine che continuarono a uccidere per anni.

Al processo per la strage, nel 1951, Reder fu riconosciuto colpevole e condannato all'ergastolo. E' stato scarcerato nel gennaio 1985 e consegnato alle autorità austriache in applicazione delle convenzioni internazionali di Ginevra e di Strasburgo. Morirà poi nel maggio 1991, in un ospedale di Vienna. 

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