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Cronaca

Telefoni in carcere, la polpen: "Gestire un istituto così complesso non è da tutti"

Un riconoscimento alla direttrice della Dozza che "ha fatto da apripista e scoperchiato un vaso, anche dietro denunce e sospetti"

Il carcere Rocco D'Amato, meglio noto come Dozza, è diretto da una donna, Rosa Alba Casella, "esile di corporatuta ma tanto determinata e fiera del suo ruolo". Lo scrive in una nota i segretari regionali del sindacato dei poliziotti penitenziari Sinappe, Nicola D'amore e Anna La Marca.

Nel carcere bolognese sono stati rinvenuti diversi telefonini con cui "detenuti di un certo spessore criminale, mantenevano contatti con il mondo esterno e/o esercitavano un vero e proprio business anche vendendo, a cifre esagerate, gli apparecchi ad altri detenuti. I poliziotti dell’istituto cittadino avevano anche intercettato un comportamento illegale di un avvocatessa che, nei mesi scorsi, ha cercato di introdurre,nascondendoli nella folta capigliatura, cellulari destinati ad alcuni ristretti" continuano i sindacalisti.

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Ma non è un caso isolato, visto che una situazione simile è stata scoperta negli ultimi giorni nel carcere di Poggioreale, con l'arresto del garante dei detenuti. 

"Ecco, proprio questo fa davvero pensare e lascia sbalorditi. Chi dovrebbe agire, accanto ai tutori della legge, facendo da “ponte e supporto” collaborativo a che tante cose cambino nell’ambito del mondo carcere, invece rema contro - si legge nella nota Sinappe - E lo fa nel peggiore dei modi: approfittando del suo ruolo e così screditando l’operato di tanti validi collaboratori e professionisti, ergo altri garanti dei detenuti e/o avvocati da una parte e uomini e donne in divisa dall’altra. Alla luce di ciò, ancor di più va il nostro plauso e riconoscimento alla Dotteressa Casella. Gestire un istituto così complesso non è da tutti. Individuare e fermare comportamenti illeciti che minano alla sicurezza dell’intero istituto ed approntare misure per migliorare la qualità della vita detentiva e lavorativa è stato ed è un compito in cui, ad oggi, si è maggiormente impegnata per cercare di azzerare il disagio penale. Arginare quelle ipotesi in cui la sicurezza è posta in pericolo è un grande obiettivo - osserva il sindacato - Molte sono le situazioni che vanno attenzionate, dall’area sanitaria a quella della sicurezza e la Direttrice sta mettendo in campo tutte le sue forze per trovare soluzioni valide a che l’istituto di Bologna possa vantare risultati eccellenti. Aver fatto da apripista e aver scoperchiato un vaso, anche dietro denunce e sospetti che il sindacato SiNAPPe aveva fatto ed intuito, è stato un traguardo significativo. Questi, per gli operatori del mestiere, sono passi di legalità in un contesto in cui è davvero difficile operare perchè scarsi sono gli strumenti e numericamente inadeguato il personale. Sono risultati che ripagano di tanto sacrificio e aumentano la propria autostima". 

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FOTO DIRE la direttrice della Dozza, Rosa Alba Casella

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