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Cronaca

Vaccino antinfluenzale, in farmacia ne arrivano pochi: "Insufficienti rispetto alla domanda nell'anno del Covid"

Il presidente di Federfarma Emilia-Romagna Achille Gallina Toschi: "Le tempistiche sono l'aspetto più preoccupante. Dall'assessore Donini sono arrivate rassicurazioni"

Nell'autunno del Covid-19, come prevedibile vista la sovrapposizione sintomi influenza/Coronavirus, c'è stato un aumento di richieste di vaccini da parte delle farmacie: medici del lavoro, singoli cittadini e società sportive (giusto per fare qualche esempio)già da tempo domandano come e quando poter accedere al medicinale. Si tratta di quelle fasce escluse dalle categorie a rischio e quindi dalla gratuità del vaccino antinfluenzale che include quest'anno le persone dai 60 anni in su (fino allo scorso anno si arrivava ai 65 anni) e la cui richiesta arriva direttamente dal medico curante. 

"Mai come quest'anno la vaccinazione antinfluenzale assume un valore fondamentale per tutta la popolazione, sia per i soggetti identificati come a rischio sia per i soggetti attivi, come sostenuto da tutta la comunità  medico-scientifica - spiega il presidente di Federfarma Emilia-Romagna Achille Gallina Toschi - e l'aumento (che era prevedibile) delle richieste ha fatto si' che le scorte nazionali per la libera vendita andassero esaurite. Per intenderci ci riferiamo a quelle dosi che vengono vendute in farmacia e non a quelle distribuite ai medici di base: come associazione avevamo segnalato immediatamente questa grave carenza e speriamo che le percentuali a noi destinate aumentino visto che l'1,5% del totale è decisamente insufficiente: bisognerebbe arrivare almeno al 5-7%". La quota dell'1,5%, pera dare un'idea, sulle 1.300 farmacie della regione corrisponde a 15 vaccini per negozio. 

"Si vanificano gli sforzi di sensibilizzare sull'importanza della vaccinazione" 

L'allarme stato  lanciato a livello nazionale con un appello congiunto delle rappresentanze dei farmacisti FOFI, Federfarma e Assofarm, che hanno citato il documento del ministero della Salute approvato nella Conferenza Stato-Regioni: "La decisione di destinare alla distribuzione  in farmacia solo l'1,5% dei vaccini antinfluenzali acquisiti dalle Regioni non garantisce una risposta adeguata ai bisogni della  popolazione attiva: appare del tutto insufficiente rendere disponibili solo 250.000 dosi a fronte di un fabbisogno stimato tra 1,2 e 1,5 milioni di dosi". E' da tener conto, anche, che l'indisponibilità di vaccini in vendita nelle farmacie per le persone che desiderano evitare la malattia influenzale e che non appartengono a categorie a  rischio, potrebbe indurre allarme sociale e vanificare gli sforzi di  sensibilizzare la popolazione sull'importanza della vaccinazione  quale strumento efficace di prevenzione, lanciando un messaggio  contradditorio". 

Come funziona il vaccino: categorie a rischio, distribuzione e somministrazione

"Ricordiamo - spiega Achille Gallina Toschi, presidente di Federfarma Emilia-Romagna - che normalmente il vaccino viene somministrato dalla metà di ottobre in avanti ed è gratuito per le categorie considerate a rischio: di solito sono inclusi gli over 65 anni, ma quest'anno l'età minima si è abbassata ai 60 anni. Di questa fascia si occupano direttamente i medici di famiglia, mentre per chi decide di vaccinarsi per motivi vari il farmaco viene acquistato in farmacia e poi somministrato dal medico". Una nota tecnica, che è un ostacolo da risolvere, è legata al fatto che i vaccini distribuiti per le categorie protette sono bollinata come farmaci ospedalieri e che quindi quelli poi inutilizzati non potranno (così, con il bollino) essere rivenduti in farmacia: l'auspicio è che con una norma o una soluzione rapida questo cavillo venga risolto. 

Domani l'incontro al Ministero della Salute

"Ci aspettiamo che, in occasione dell'incontro del 16 settembre con il Ministero della Salute, si trovino  fin da subito soluzioni per permettere di rimodulare questa quota minima e di avvicinarsi al fabbisogno reale dei cittadini non inclusi nelle fasce a rischio, che anche lo stesso Ministero afferma aggirarsi tra il 3 e il 10% delle dosi acquisite dalle Regioni. Fin dal mese di luglio FOFI, Federfarma e Assofarm avevano segnalato la necessita' di trovare una  soluzione alla possibile carenza di vaccini antinfluenzali nelle  farmacie. Declinano, quindi qualsiasi  responsabilità in ordine a eventuali difficoltà che potrebbero avere i cittadini nel rifornirsi dei vaccini, qualora non venisse  incrementata la quota al momento destinata alle farmacie, ferma  restando la copertura vaccinale per i soggetti fragili e a rischio". 

Rassicurazioni dall'assessore Donini: "Ci verranno incontro"

Rispetto allo scenario nazionale in Emilia-Romagna c'è una maggiore tranquillità sull'eventualità di portare la percentuale a livelli più alti: "Ho parlato personalmente con l'assessore Raffaele Donini, il quale mi ha assicurato l'appoggio delle istituzioni" ha concluso il preseìidente E-R di Federfarma. 

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