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Martedì, 30 Aprile 2024
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I bijoux di Annarita Vitali: un patrimonio 'recuperato' dalla storia

Estetica, recupero e conservazione nel dna. La designer bolognese si racconta dal suo atelier: "Le mie creazioni nei più bei negozi di Parigi"

"Pensandoci bene, sono cresciuta circondata da persone che amavano il bello e che probabilmente me lo hanno trasmesso". Questa in effetti è la conclusione dell'intervista fatta ad Annarita Vitali: cominciando dalla fine forse è più facile mettere a fuoco fin da subito quel coloratissimo mondo fatto di preziosi e delicati bojoux che hanno attraversato il tempo e le montagne, partendo da Bologna per arrivare alle boutique più esclusive di Parigi, sulle pagine di alcune delle più prestigiose riviste statunitensi, al petto e al collo di donne di classe sotto forma di spille e collane, bracciali e orecchini. 

Qual è il più antico ornamento usato dall'uomo? Le conchiglie. Perchè la viola è un tema ricorrente? Si parte dalla poesia di Saffo per arrivare alla passione che per questo fiore mostrarono Napoleone ed entrambe le sue mogli: Maria Luigia pare abbia ispirato il profumo alla violetta di Parma. Senza contare quanto la storia del bijoux e dell'economia mondiale vadano a braccetto. Come si diceva: è tutto un mondo da conoscere

Cominciamo dall'inizio. Annarita Vitali lavora per una galleria d'arte di Bologna, ma ha da sempre il pallino (e un buon intuito) per la moda. Nel suo dna anche la conservazione e il recupero, che poi approderanno anche al gioiello. 

LA STORIA: COMINCIA TUTTO DALL'ORO MATTO. Tutto nasce dall’acquisto dell’antico magazzino "Furlanetto", avvenuto nel 1998. L’azienda, fondata da Romeo Furlanetto nel '25, produceva accessori moda commercializzati in tutto il mondo e c'era già collaborazione con importanti stilisti fra cui (solo per citarne alcuni) Valentino, Chanel e Balenciaga, di cui era il distributore per l’Italia.

Alla morte precoce di Romeo Furlanetto, subentrò la moglie Maria, una Calestani di Casalmaggiore. Qui aveva sede, la più antica ed importante produzione di gioielli, denominati ‘oro matto’, in quanto non del tutto preziosi, a partire dalla seconda metà dell’800. Fu infatti qui che fu inventato il placcato oro, una lamina per l'appunto placcata in oro, che ebbe enorme successo in tutto il mondo.

"Le industrie che producevano accessori e non solo, si consorziarono, proseguendo l’attività fino agli anni ’70 - spiega Annarita - Sarebbe andato tutto perduto se nel 1998 non fosse stato ideato il museo del bijoux, che racconta con oltre trentamila pezzi la storia dell’evolversi della bigiotteria, che segue in maniera molto veloce l’evolversi del periodo storico e le relative tendenze. Proprio nel 1998, alla chiusura dell’azienda Furlanetto di Bologna, dopo due anni di catalogazione dei materiali, ho iniziato a produrre pezzi unici con i materiali d’epoca acquistati". 

"Così, in una villetta bolognese dei primi del ’900 (dove oggi ha sede l'Atelier Annarita Vitali) nascono pezzi unici manufatti, tutti rigorosamente realizzati con materiali d’epoca. Si tratta di gioielli che seguono alcuni filoni specifici: proprio dai materiali e dalla loro storicizzazione, emergono tematiche ricorrenti, peraltro non solo nel mondo del gioiello ma presenti in molte tipologie artistiche, architettura, iconografia, poesia, letteratura...C'è il tema floreale, quello araldico, ci sono le conchiglie e il mare in generale e poi il Giappone (con la lavorazione della resina centrifugata che fa l'effetto dell'avorio), infine l'Africa". 

Annarita Vitali: l'atelier della designer

L'hanno citata più o meno tutte le principali riviste di moda di tutta Europa e anche quelle USA: con quali stilisti ha collaborato?

"Sì, le mie creazioni sono finite su tante testate e persino su libri dedicati all'arte e all'arte del gioiello. Fra le case moda con cui ho collaborato citerei Missoni, Mariella Burani ed Etro".  

Le sue creazioni sono in vendita? Se sì che fascia di prezzo hanno?

"Sì, certamente. Sono in vendita in atelier ma anche sul web a partire dai 20 euro per salire a seconda dei materiali, delle dimensioni e dalle lavorazioni...Ogni pezzo è un pezzo unico. La globalizzazione ha cambiato molte cose, ma gli oggetti che hanno una storia da raccontare continueranno ad avere un fascino unico e irresistibile.". 


 

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