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All'Archivio di fine '800 manca il personale. I sindacati: "I mondo della cultura esige rispetto"

250.000 pezzi che testimoniano un millennio di storia della città e del suo territorio, dal X al XX secolo

Un "grande patrimonio di documentazione e di professionalità, che sta vivendo una grave crisi legata ad una carenza crescente di personale, con il 40% di scopertura dell’organico". Lo rendono noto  Salvatore Bianco di FP CGIL Bologna, Stefano Franceschelli di CISL FP Bologna e Maria Salemi di UIL PA. 

Si tratta dell’Archivio di Stato di Bologna, in Piazza de’ Celestini, nell'ex Convento dei monaci Celestini "ente prestigioso, tra i più frequentati d'Italia, istituito con R.D. nell’ottobre 1874" scrivono "coi suoi 38 km circa di scaffalature custodisce la memoria storica della Città e del territorio della sua provincia. Qui gli studiosi trovano preziosi materiali e assistenza qualificata di personale del servizio pubblico dei Beni Culturali competente e dedito a custodire e valorizzare un’eccellenza assoluta".

Secondo i tre sindacalisti "solo il senso di responsabilità dei lavoratori e la consapevolezza di svolgere un fondamentale servizio pubblico fa sì che l’Archivio apra ancora i propri battenti a chi necessiti di consultarne la documentazione non solo per la ricerca storica, ma anche per la tutela dei propri diritti".

"La gravità della situazione è emersa con chiarezza nel corso degli ultimi confronti sindacali: con gli imminenti pensionamenti, è stato comunicato, l'ulteriore riduzione di servizi al pubblico  sarà inevitabile, con tutte le ripercussioni che questo comporterà. L'Archivio per legge svolge funzioni di tutela e valorizzazione dei beni che ha in consegna: le risorse umane servono anche per garantire la conservazione del patrimonio, attraverso la progettazione e l'esecuzione di interventi da parte di personale qualificato".

Anche la Scuola di archivistica, paleografia e diplomatica annessa all' Archivio di Stato di Bologna, spiegano, una delle 17 in tutta Italia, nella quale si organizzano i corsi di specializzazione  per archivisti, è in sofferenza per carenza di personale, ed è concreto  il  rischio di disperdere alte professionalità e di non prepararne di nuove. 

"Noi intendiamo ritornare alle 60 ore di apertura settimanale indicate nella 'carta della qualità dei servizi', riteniamo si possa e si debba, assumendo il personale necessario già previsto in pianta organica, con regolari concorsi pubblici nel rispetto della dignità delle persone. Le lavoratrici e i lavoratori dell’Archivio di Stato, con la loro legittima mobilitazione, segnalano alla cittadinanza tutta che 'il mondo della cultura ci chiede conto ed esige rispetto'. Sentono la responsabilità e l’orgoglio di prestare la propria attività a servizio di un ente culturale, consapevoli della grande ricchezza del materiale che quotidianamente movimentano e contribuiscono a conservare".

Il patrimonio dell'Archivio 

Il patrimonio documentario dell'Archivio di Stato di Bologna è costituito da oltre 5.000 fondi archivistici, per un totale di circa 250.000 pezzi, che testimoniano un millennio di storia della città e del suo territorio, dal X al XX secolo. Il materiale archivistico è consultabile presso la sala di studio dell'Archivio di Stato di Bologna, dove sono a disposizione degli utenti più di 400 inventari ed altri utili strumenti di corredo (elenchi, indici, repertori), elaborati nel corso di oltre 130 anni di attività dell'Istituto: strumenti che descrivono i diversi complessi documentari, fornendo le informazioni necessarie per conoscerli ed orientarsi al loro interno, e che ne rendono di fatto possibile la consultazione.
Da qualche tempo agli strumenti di corredo redatti con metodi tradizionali si affianca la banca dati del patrimonio documentario dell’Archivio di Stato di Bologna, una vera e propria guida on line, frutto di un progetto pluriennale per la costituzione del sistema informativo dell’Istituto bolognese.

"A questi lavoratori - concludono - non possiamo che garantire tutto il nostro appoggio e sostegno, a partire dal rendere di dominio pubblico la gravissima condizione di abbandono in cui versano l'Archivio di Stato e tanti altri enti della Cultura e, dunque, di civiltà del nostro Paese".

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