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Fusione delle Fiere di Bologna e Rimini: "Si va avanti per un unico grande soggetto e un unico piano industriale"

L'assessore: "E'un'operazione che per essere portata a termine impiegherà qualche anno perchè va fatto un progetto industriale molto complesso. Ma non si può tenere in turbolenza un settore così importante per troppo tempo"

Fusione delle Fiere di Rimini e Bologna: l'Emilia-Romagna tira dritto e a confermerlo c'è l'assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, che ha fatto il punto della situazione ieri in commissione: "Le Fiere di Rimini e Bologna hanno un fatturato che, se sommato, supera quello dell'Expo di Milano - sottolinea Colla - sono due fiere di carattere internazionale. Andremo avanti sul progetto di fusione, anche perchè ci sono già atti formali dei consigli di amministrazione di entrambe le fiere: nascerà un unico grande soggetto con un unico piano industriale".

Le tempistiche: "Ci vorrà qualche anno e c'è anche il partner" 

Colla sottolinea che si tratta di "un'operazione che per essere portata a termine impiegherà qualche anno", dal momento che "dobbiamo fare un progetto industriale molto complesso". Ma, avverte l'assessore, "non si può tenere in turbolenza un settore così importante per troppo tempo". Con Cassa depositi e prestiti, individuata come partner dell'operazione, "gli incontri stanno andando molto bene", aggiunge Colla, ricordando che Cdp si è detta disponibile a lavorare sia su patrimonializzazioni sia su acquisto di pacchetti azionari.

Cosa pensavo i partiti dell'operazione di fusione 

Pollice alzato per la fusione delle Fiere da parte del Pd, che sottolinea però la crisi legata al "periodo Covid. Arriviamo alla fusione in una situazione di difficoltà generale - affermano i dem - per questo il lavoro della Giunta è ancora più importante". Più cauta invece l'ala sinistra della maggioranza, con Emilia-Romagna Coraggiosa che chiede garanzie sulla tutela del personale e sulla valorizzazione del ruolo del pubblico all'interno del percorso di fusione. Della stessa idea anche i 5 stelle.

"La centralità del ruolo della parte pubblica nel progetto di fusione tra le Fiere di Bologna e Rimini è l'unico modo per dare ampie garanzie alla buona riuscita di questa operazione - sostiene la consigliera M5s Silvia Piccinini - soprattutto serve per dare un segnale molto importate ai lavoratori che negli ultimi tempi hanno dovuto attraversare non poche turbolenze e difficoltà". Anche per questo, i 5 stelle chiedono "la più totale trasparenza" sull'intero progetto.

Predica prudenza invece il centrodestra. Fratelli d'Italia chiede di ponderare bene l'operazione e di controllare ogni possibile controindicazione e problema che possa emergere. Marco Mastacchi della lista Borgonzoni sottolinea come sia "complesso parlare di fusione in un momento in cui il coronavirus ha messo in ginocchio le Fiere". Dubbi anche da parte della deputata di Forza Italia Benedetta Fiorini. "Prima di tutto bisogna analizzare nel dettaglio gli effetti che comporterebbe l'eventuale fusione- sostiene l'azzurra- coinvolgendo le categorie produttive, le Istituzioni locali e i parlamentari eletti in Regione. E' necessario che il Paese faccia sistema, ma proprio per questo occorrono decisioni condivise".

Nel frattempo, Fiorini propone di "istituire un Fondo per il sostegno agli operatori del sistema fieristico nazionale colpiti dagli effetti economici del'epidemia, compresi i soggetti che hanno la proprietà o la gestione dei quartieri fieristici nei quali si svolgono eventi nazionali e internazionali". La proposta pero' "e' stata bocciata e rinviata dalla maggioranza parlamentare, di cui fa parte il partito di Bonaccini- attacca Fiorini- e' una misura urgente e di buonsenso che puo' e deve trovare il consenso di tutte le forze politiche per rilanciare il settore fieristico".

(agenzia Dire)

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