Lavoratori dello spettacolo in Piazza: "Precariato e irregolarità, la pandemia ha evidenziato ciò che conoscevamo"
Oltre a essere tra i più colpiti dall'emergenza sanitaria, lo spettacolo "soffre" da anni di precariato e contratti irregolari: ""Con la cultura non si mangia finché non viene considerata un mestiere"
Oltre ad essere un settore tra i più colpiti dalla pandemia, quello dello spettacolo "soffre" da diversi anni di precariato e pratiche poco trasparenti.
Slc CGIL, Fistel CISL, Uilcom UIL, oggi 17 maggio, sono scesi in Piazza del Nettuno per una manifestazione regionale insieme alle lavoratrici e ai lavoratori dello spettacolo e della produzione culturale.
"Con la cultura non si mangia finché non viene considerata un mestiere, fino a quando non si ha una regolamentazione chiara - ha detto Giulia, attrice, a Bologna Today - ci sono sempre meno finanziamenti e quindi meno forze".
Il 23 marzo scorso è stato sottoscritto fra il Comune di Bologna e le organizzazioni sindacali del settore dello spettacolo e della produzione culturale, un accordo, finalizzato al riconoscimento e alla certificazione delle buone pratiche lavorative nel settore dello spettacolo come condizione per la erogazione di contributi pubblici e
come base per il contrasto al lavoro irregolare: "Si è reso necessario .- il protocollo - nel settore dello spettacolo no venivano mai applicato - ha detto Antonio Rossa di Slc Cgil - con mille difformità. Ci siamo preoccupati di far applicare le regole e siamo partiti da questo territorio. Qualora si riscontrino irregolarità nei contratti, il Comune si impegna a non erogare contributi".
"La pandemia ha sottolineato ciò che conoscevamo, cioè una situazione di precariato - ha dichiarato Giulio, musicista jazz che chiede quindi regolarizzazione e semplificazione della burocrazia".