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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

Come è cambiato il mondo del lavoro dopo la pandemia

Come mostra la ricerca Ires presentata al convegno promosso da Filcams CGIL Emilia - Romagna

La pandemia ha accelerato le diseguaglianze sociali. Ora si rende necessaria un'opera di qualificazione del lavoro: formazione di qualità, regolarità dei rapporti di lavoro, meno precarietà, minore flessibilità e maggiore stabilità del lavoro. E' il sunto di quanto emerso dal convegno tenutosi ieri all’hotel Portici di Bologna in seno al quale è stata presentata la ricerca Ires promossa dalla Filcams CGIL ER. Obiettivo dell'analisi: esplorare gli effetti della pandemia sui rapporti di lavoro nel terziario, commercio e turismo (settori che raccolgono in regione il 32,9% dell’occupazione).

Cosa emerge dalla ricerca sul mondo del lavoro post pandemia

La ricerca ha preso in considerazione non solo gli aspetti quantitativi del fenomeno ma anche quelli qualitativi. Ne è risultato un quadro frastagliato che riflette le numerose e diverse tipologie contrattuali della categoria: il turismo è il settore che soffre il più alto tasso di precarietà e instabilità lavorativa e quello dove c’è stata la più alta caduta di continuità lavorativa, il peggioramento della condizione occupazionale si è scaricata principalmente sulle donne, i giovani e i lavoratori stranieri, il lavoro subordinato è più diffuso nel commercio food dove è più ampio anche il ricorso al tempo indeterminato, il settore in cui il tempo parziale è più diffuso è quello della ristorazione collettiva che è anche quello che ha più sofferto durante e dopo la pandemia. Il livello di soddisfazione dei lavoratori è alto (7,6 su una scala da 1 a 10), ma leggermente al di sotto degli altri settori e le più evidenti criticità riguardano la voce guadagno/retribuzione e soprattutto le possibilità di carriera. 

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I temi di discussioni 

Tra i presenti alla tavola rotonda, Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico della Regione Emilia-Romagna, ricordando l’importanza degli accordi chiusi con i sindacati nella fase più acuta della pandemia,  ha messo in guardia sui rischi insiti nel nuovo codice appalti voluto dal ministro Salvini: “Pensare in questa fase di fare una riforma sugli appalti senza la condivisione di sindacati e imprese è un errore. Gestire il Pnrr senza un accordo sugli appalti è uno sbaglio, rischiamo una radicalità sugli appalti e una turbolenza che riguarda imprese e lavoratori. E poi, pur di arraffare i soldi, arrivano i farabutti".  Fabrizio Russo, segretario generale Filcams nazionale, “Ci  sono proposte in campo che coinvolgono i nostri settori e bisogna cominciare a discutere su quali possono essere le soluzioni, tra queste però sicuramente però non trovano spazio i voucher o l’estensione del lavoro festivo e domenicale. E penso che molti problemi del settore possano essere risolti dalla contrattazione sindacale, gli aumenti salariali non bastano”.

Pietro Fantini direttore Confcommercio Emilia – Romagna si è soffermato sull’elemento positivo  della riscoperta dei negozi di vicinato e prossimità durante il lockdown in un contesto di frammentazione estrema mentre il direttore di Confesercenti Emilia – Romagna Marco Pasi ha commentato le recenti dichiarazioni del ministro Lollobrigida:  "Di giovani che preferiscono stare sul divano invece di lavorare, in Emilia-Romagna io non ne ho mai conosciuti- ha detto  Pasi- abbiamo fatto anche un'analisi approfondita e abbiamo visto che è un tema che riguarda al massimo il 3 o 4% dei lavoratori. C'è anche quel fenomeno lì, è chiaro. Però è veramente marginale, i casi sono davvero limitati". 

Il segretario generale CGIL Emilia – Romagna Massimo Bussandri ha ricordato che quei lavoratori considerati essenziali nelle fasi emergenziali e presi ad esempio di dedizione pubblica, sono stati dimenticati subito dopo la fase più acuta della pandemia e ha invitato alla mobilitazione: “Nei prossimi mesi – ha detto il segretario -  dovremo mobilitarci, perché la lezione della pandemia è durata tre minuti. Pacche sulle spalle, ed è tornato tutto come prima I lavoratori faticano ad arrivare a fine mese, l'inflazione si è mangiata la loro 13esima, sopportano il 90% del carico fiscale e si sta cercando di manomettere il sistema sanitario nazionale. Quindi dobbiamo risuscitare il protagonismo dei lavoratori. Noi la lezione della pandemia l'abbiamo capita, i Governi che sono venuti dopo no, soprattutto il governo Meloni. Dobbiamo ricordarglielo”, ha concluso auspicando anche una connessione con la sinistra che nel recente passato “non ha dato rappresentanza ai lavoratori, o l'ha fatto con logiche distorte. Questo interesse che si vede oggi si deve sostanziare, non solo quando si è all'opposizione".    

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