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Saldi invernali a Bologna: tutto quello che c'è da sapere

Date, modalità, sanzioni e consigli utili per non incorrere in fregature mentre si è a caccia dell'affare di stagione!

Date, modalità, sanzioni e consigli utili per non incorrere in fregature mentre si è a caccia dell'affare di stagione! Saldi invernali a Bologna: tutto quello che c'è da sapere

L'anno se ne va e con l'inizio di quello nuovo torna anche il periodo dei ribassi. Fissata la data dei saldi inverali 2023, che a Bologna, come nel resto dell'Emilia Romagna, prenderanno avvio venerdì 5 gennaio 2024. Avranno una durata di 60 giorni, quindi il termine ultimo è fissato per lunedì 4 marzo 2024.

Ecco di seguito il vademecum stilato da Confcommercio Ascom Bologna che comprende tutto ciò che c'è da sapere a riguardo. 

DIVIETO VENDITE PROMOZIONALI

Nei 30 giorni antecedenti l’avvio delle vendite di fine stagione resta confermato il divieto di vendite promozionali di capi di abbigliamento e accessori, oltre a calzature, biancheria intima, pelletteria e tessuti per abbigliamento e arredamento.

Per quanto riguarda le regole dei saldi invernali 2024 di seguito elenchiamo una serie di comunicazioni su come effettuarli.

Durata: Possono essere effettuati anche per l’intero periodo segnalando al pubblico i periodi prescelti.

Comunicazione: Ricordiamo che con Delibera regionale n. 1780 del 2 dicembre 2013, è stato ELIMINATO L’OBBLIGO DELLA COMUNICAZIONE ai Comuni (per Bologna ai Quartieri) relativa ai saldi di fine stagione da parte degli operatori, al fine di snellire e semplificare le procedure a carico delle imprese.

Esposizione dei prezzi: Vige l’obbligo di esporre al pubblico anche il prezzo antecedente la vendita straordinaria e la percentuale di sconto.

Obblighi particolari: Possono essere effettuate solo per le merci che effettivamente siano suscettibili di notevole deprezzamento se non vendute “entro la relativa stagione”: abbigliamento, calzature e prodotti ad alto contenuto moda. Le merci in saldo devono essere nettamente distinte e separate da quelle in vendita normale, se la separazione non è materialmente praticabile, deve essere sospesa la vendita ordinaria (cioè quella a prezzo pieno).

Si rammentano infine le disposizioni introdotte dal Decreto Legislativo n. 26 del 7 marzo 2023 che ha  modificato, integrandolo, il Codice del Consumo (Decreto Legislativo 205/2006) in particolare sui seguenti temi:

Annunci di riduzioni dei prezzi per le vendite nei SALDI o con sconti nei negozi fisici, negli outlet e sull’online.

VENDITE DI LIQUIDAZIONE

Periodo: Possono svolgersi in qualsiasi periodo dell’anno – con l’eccezione del mese di dicembre per il punto d) – solo per 4 motivi ben specificati:

a) cessazione dell’attività commerciale (o chiusura di un punto vendita).

b) cessione dell’azienda (o di una sua succursale).

c) trasferimento di sede dell’azienda (cioè del punto vendita in altri locali).

d) trasformazione o rinnovo dei locali.

Durata: Per questi due casi la vendita non può superare le 6 settimane.

Comunicazione: Devono essere segnalate al Comune tramite raccomandata a. r. con almeno 15 giorni di anticipo sulla data di inizio.

Alla comunicazione devono essere allegati rispettivamente:

a) cessazione dell’attività commerciale: dichiarazione del richiedente in cui attesta di cessare l’attività commerciale al termine della vendita di liquidazione;

b) cessione dell’azienda: copia dell’atto che attesta la compravendita dell’azienda, sia in forma preliminare, sia in forma definitiva ovvero la cessione della gestione;

c) trasferimento di sede dell’azienda: dichiarazione del richiedente in cui si attesta di essere in possesso dell’autorizzazione al trasferimento; nei casi di cui sia prevista la semplice comunicazione, dichiarazione in cui si attesta di aver effettuato la comunicazione;

d) trasformazione o rinnovo dei locali: dichiarazione del richiedente in cui si attesta di avere richiesto il rilascio della concessione o dell’autorizzazione edilizia, se necessario; qualora si tratti di interventi non soggetti a concessione o autorizzazione edilizia, copia del preventivo di spesa e della relativa conferma d’ordine dell’impresa incaricata o fornitrice, specificandone l’ammontare. Entro 45 giorni dall’effettuazione dei lavori deve essere prodotta al Comune dichiarazione sostitutiva di atto notorio in cui si attesta di essere in possesso delle fatture comprovanti l’intervento e, nel caso questo non sia soggetto a concessione o autorizzazione edilizia, indicandone l’ammontare.

Elenco merci in liquidazione: La Regione non indica più l’obbligo di allegare alla domanda per il Comune il famigerato elenco merci divise per qualità e prezzo, pertanto questo non è più necessario.

Esposizione dei prezzi: Esiste l’obbligo di esporre al pubblico anche il prezzo antecedente la vendita straordinaria e la percentuale di sconto.

Obblighi particolari:

a) Nel caso di liquidazione motivata con la cessazione dell’attività la riconsegna del titolo autorizzatorio all’Autorità che l’ha rilasciato e la conseguente cessazione dell’attività di commercio coincidono con il termine della vendita di liquidazione.

b) Nel caso di liquidazione motivata con il trasferimento dell’azienda il trasferimento deve avvenire entro tre mesi dal termine della vendita di liquidazione.

c) Nel caso di liquidazione motivata con trasformazione o rinnovo dei locali dell’azienda l’avvio dei lavori deve avvenire entro tre mesi dalla fine della vendita di liquidazione. I lavori devono essere tali da determinare un periodo minimo di chiusura dell’esercizio di 15 giorni. Resta il divieto di effettuare le vendite di liquidazione per rinnovo o trasformazione dei locali nel mese di dicembre. Restano validi gli altri obblighi relativi alle comunicazioni al pubblico, alle asserzioni pubblicitarie ed al divieto di introdurre merce dello stesso tipo di quella in liquidazione.

ESCLUSIONI

Restano, come prima, fuori dal campo di applicazione le vendite fallimentari disposte dall’autorità giudiziaria. E’ proibito usare espressioni che richiamano il fallimento al di fuori di questo solo caso.

VENDITE SOTTOCOSTO

Ricordiamo che le “vendite sottocosto” sono comprese tra le “vendite straordinarie” nel citato art. 15 del D. Lgs. 114/98 e disciplinate dal regolamento contenuto nel D.P.R. 6/4/2001, n. 218, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 134 del 12/06/2001. In particolare l’Art. 3. “Obblighi di informazione al consumatore” al comma 3, recita: “Sono considerate ingannevoli, ai sensi del decreto legislativo n. 74 del 1992, le comunicazioni di cui al comma 1, nel caso di vendita non effettivamente effettuata sottocosto”. Ne consegue che sono considerate ingannevoli, le comunicazioni pubblicitarie anche nel caso di messaggi pubblicitari all’esterno o all’interno del locale nelle quali si citino o si seguano gli obblighi previsti per le vendite sottocosto, nel caso di vendita non effettivamente effettuata sottocosto.

DISPOSIZIONI COMUNI

Le asserzioni pubblicitarie devono essere chiare e non ingannevoli, tutte le affermazioni debbono essere dimostrabili agli Organi di Vigilanza (es.: “a prezzo di costo” autorizza il Vigile a chiedere di vedere la fattura di acquisto). Fermi restanti gli obblighi per i prezzi sulla merce, nelle pubblicità all’esterno del negozio, sulla stampa, sulle locandine, negli annunci letti alla radio:

a) i prezzi e gli sconti, se indicati, dovranno avere tutti lo stesso rilievo;

b) qualora si citi un solo prezzo o percentuale di sconto, tutti gli articoli rientranti in quella voce dovranno essere venduti a quel prezzo o sconto.

La merce deve essere ceduta senza limiti di quantità e alle condizioni pubblicizzate. L’eventuale esaurimento di un prodotto deve essere portato a conoscenza del pubblico in modo idoneo. Gli sconti non possono essere modificati durante le vendite se non al ribasso e devono essere chiaramente posti sulle merci secondo le stesse disposizioni previste per l’esposizione dei prezzi. Le condizioni di maggior favore possono essere sempre praticate (ulteriore sconto “ad personam”, arrotondamento in calare, ecc.).

SANZIONI

Da €. 516,45 (pari a £. 1.000.000) a €. 3.098,74 (pari a £. 6.000.000) [normalmente applicato il doppio del minimo: €. 1.032,90 (pari a £. 2.000.000)] e cessazione immediata dell’irregolarità.

GUIDA ANTI-FREGATURE 

1. Conservate sempre lo scontrino: i capi in saldo si possono sostituire, se il prodotto acquistato è danneggiato o non conforme. In base al D.Lgs. n. 24/2002 il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso, anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Per quanto riguarda il difetto di conformità il consumatore può denunciarlo al venditore entro il termine di due mesi dalla data in cui ha scoperto il difetto.

2. Attenzione ai fondi di magazzino: la merce posta in vendita sotto la voce “Saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino di anni e stagioni precedenti. Alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono improvvisamente riempiti dei più svariati articoli. Diffidate anche di quei negozi che, a fine stagione, hanno per ogni tipo di prodotto il completo assortimento di taglie e colori.

3. Occhio ai super sconti: se l’esercizio pratica sconti superiori al 50%, spesso nasconde merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi. Un commerciante non può avere, infatti, ricarichi così alti e dovrebbe vendere sottocosto. È un fenomeno “a rischio” soprattutto i primi e gli ultimi giorni di saldo. Diffidate inoltre dei marchi molto simili a quelli noti. Potrebbero essere capi contraffatti.

4. Cartellino prezzi: Ricordate che sulla merce è obbligatorio il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto “in modo chiaro e ben leggibile” (Dlg n. 114/98). Controllate che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. La merce in saldo deve essere inoltre separata in modo chiaro dalla “nuova”. Diffidate delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce.

5. Pagamenti: Nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito (o bancomat), il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi.

6. Saldi online: con la direttiva europea 83/2011, recepita dal decreto legislativo n.21 del 21 febbraio 2014, sono state introdotte molte novità per i contratti a distanza, stipulati via internet e comunque fuori dai locali commerciali: dall’ampliamento della durata del diritto di ripensamento, fino a 14 giorni, ai tempi stretti per ottenere il rimborso di quanto pagato.
 

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