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Mihajlovic e la guerra dei Balcani: monta la protesta, parte lettera contro il mister rossoblu

100 firmatari, la questione è nuovamente connessa alla sua cittadinanza onoraria che gli sarebbe stata conferita ma non consegnata formalmente dal Comune

E si ritorna a parlare di Mihajlovic, della sua cittàdinanza onoraria alla città di Bologna conferita a luglio, delle sue opinioni politiche in merito alla guerra dei balcani e al genocidio nell'ex jugoslavia e di come una parte della città voglia che le riveda. La novità, come riporta la Dire è che al Bologna calcio è arrivata una lettera aperta indirizzata a Sinisa e firmata da 100 personaggi ed esponenti locali della politica e dell’associazionismo bolognese dove si chiede  di ravvedere le sue posizioni, mai rinnegate, circa la guerra nei Balcani e alla sua amicizia mai rinnegata, con Zeljko Raznatovic, il criminale di guerra, è ciò è ritenuto incompatibile con la cittadinanza onoraria.

Che sia connesso alla cittadinanza è evidente dall'incipit "le scriviamo in attesa che le venga consegnata la cittadinanza onoraria". Già perchè da quanto si capisce dalla lettera al mister serbo gli è stata conferita a luglio la cittadinanza, ma non gli è stata ancora " formalmente consegnata". Come riportato nella lettera lo si invita a " dissociarsi con chiarezza, pur a distanza di tempo, dai criminali che commisero azioni di genocidio verso civili inermi, così come riconosciuto dal Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia dell’Aja”.tra i firmatari ci sarebbero diverse personalità dell'associazionismo, della cultura, dello spettacolo, della politica che ruotano intorno all'arcipelago Bolognese come: i consiglieri regionali Andrea Costa (Pd) e Silvia Zamboni (Verdi); don Luigi Ciotti e l’articolazione regionale di Libera; Fabio Anselmo, l’avvocato dei casi Cucchi e Aldrovandi; il regista Paolo Billi e il musicista Massimo Zamboni; Roberto Morgantini, animatore delle Cucine popolari di Bologna; gli ex sottosegretari Franco Corleone e Roberto Reggi; Davide Drei, ex sindaco di Forlì; Roberto Cavalieri, Garante dei detenuti di Parma; gli ex assessori regionali Gianluca Borghi (insieme ad altri soci di Adottando Bologna, onlus impegnata nelle adozioni a distanza in Bosnia Erzegovina), Carlo Lusenti, Massimo Mezzetti e Alberto Ronchi; Valentino Minarelli, segretario dello Spi-Cgil di Bologna; la consigliera comunale modenese Paola Aime (Verdi).

Non è la prima volta che succede in città che Mihajlovic si crei  "antipatie" per le sue opinioni. Quando a luglio scorso gli è stata conferita la cittadinanza onoraria dal consiglio comunale di Bologna con una delibera, alcuni hanno votato contro. In 3 sono stati: Amelia Frascaroli, ex assessora al welfare ora consigliera di maggioranza di Città comune, e due di minoranza: Emily Clancy di Coalizione civica e l’ex 5 stelle Dora Palumbo ora gruppo misto-nessunoresti indietro e anche lì per la consigliera di maggioranza, come già aveva espresso in commissione, il no era giustificato con le posizioni sul genocidio nella ex jugoslavia del mister. I fatti risalgono al 2000 quando Raznatovic morì ucciso da un poliziotto e il mister gli dedicò un necrologio e in un'intervista al Corriere disse di definirlo un "amico" e un "eroe del popolo serbo" e di conoscerlo perchè costui era il capo degli ultras della Stella Rossa mentre lui giocava lì.  Più recentemente, la consigliera aveva espresso in consiglio le sue perplessità in un critico intervento per alcune affermazioni di Mihajlovic critiche sui dpcm Per l’emergenza Covid del Presidente del consiglio Conte.  E' stato durante una recente conferenza stampa prepartita. Mihajlovic stava parlando di calcio e della squadra e in qualcosa che sembrava una battuta li ha definiti “decreti , a c…o di cane” .  

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