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Elezioni 2021 e candidato Pd, che fare? Merola vuole le primarie ma la pancia della Ditta vota Aitini (o Gualmini)

Chiuse le consultazioni del segretario bolognese Tosiani. Il primo cittadino vorrebbe consultazioni per lanciare Lepore, ma dall'apparato salgono le quotazioni di profili più digeribili al centro, come Aitini. Sullo sfondo però si affaccia sempre di più l'europarlamentare Elisabetta Gualmini

Primarie Pd o candidato già deciso dalla Ditta? Sono settimane decisive per il Partito democratico sotto le Torri, in vista delle prossime elezioni per il sindaco di Bologna del 2021.

Dopo i consueti appelli bipartisan a parlare di programmi e non di nomi, inevitabilmente l'avvento delle elezioni ha fatto irrompere il tema dei profili candidabili, con buona pace di chi, in questi mesi, ha cercato nel campo del centro sinistra di farcire di contenuto l'appuntamento elettorale per i nuovo sindaco.

Dopo settimane di altalena, il tempo è trascorso ma i nomi che si ripetono sono sempre gli stessi: Alessandro Alberani, ex Cisl, ora molto attivo presidente di Acer, è stato il primo a uscire dall'angolo e candidarsi con una propria lista, forse aspettandosi l'inevitabile avvitamento interno dei dem sui nomi.

Primarie o nome scelto? Chi sono i candidati

Ben noto poi è il profilo di Matteo Lepore, assessore alla Cultura e delfino del sindaco uscente Virginio Merola, uno dei tre enfant-prodige della Giunta. Forti contatti con le Sardine, riscuote consensi nel mondo giovane, di sinistra, con una istruzione medio-alta. Attivo sui social e sempre partecipe alle campagne di sensibilizzazione sociale, Lepore non ha fatto mai mistero di ambire allo scranno più alto di Palazzo D'Accursio, e sotto traccia sono in tanti ad ammettere che sia il favorito di Merola per questa corsa.

Poi c'è l'assessore alla sicurezza Alberto Aitini, 39 anni, apprezzato per il su lavoro sul territorio. Anche Aitini non nasconde l'ambizione di diventare sindaco, e dall'inizio del suo mandato si è fatto trovare sempre pronto per gestire sul nascere ogni aspetto problematico della sicurezza in città, vestendo a volte i panni dello sceriffo e con un atteggiamento tagliato sul sobrio, proprio per cercare di strappare un tema da sempre testa d'ariete per il centro destra, ovvero la sicurezza in città.

Sullo sfondo, però, si affacciano degli outsider. E' il caso dei nomi di Elisabetta Gualmini, politologa, ex presidente della Regione e assessora alla casa (suo il piano che irrigidiva i criteri di accesso alle case popolari per gli stranieri residenti), ora europarlamentare eletta con il 'pieno' di preferenze, considerata vicinissima a Stefano Bonaccini, ex renziana. Gualmini piace molto ai moderati e a chi vede nell'apertura con il centro moderato la chiave per vincere sotto le Torri.

Nelle ultime settimane infine, si è affacciato il nome di Andrea De Maria, parlamentare di lungo corso e uno dei tre grandi elettori del partito a Bologna, insieme al deputato Gianluca Benamati e Merola. De Maria non ha esplicitato la sua candidatura, ma il suo profilo è comunque tenuto in ballo da una corrente del Pd, nel caso non si arrivi a una sintesi unitaria.

Primarie o no? La situazione dentro la 'Ditta'

Lo stato dell'arte è questo: le varie fazioni interne al Pd si stanno ancora studiando, ma il tutto è destinato a cambiare a breve.

Da una parte la robusta accelerazione di Merola, per fare le primarie in assenza di un candidato unitario per la sua successione, fattore che avvantaggerebbe il delfino Lepore. Dall'altra, la consultazione nel Pd da cui emergerebbe che un 60% di chi è stato sentito nel partito sulla questione della candidatura non è a favore dell'opzione primarie, dove la 'base' del partito premia Aitini, con uno sguardo anche alle figure moderate come Gualmini.

L'ascolto dei 200 'grandi elettori' dem, a quanto si apprende, confermerebbe le indiscrezioni già emerse nei giorni scorsi. Ovvero: la maggior parte dei 'voti' a favore di Alberto Aitini che primeggerebbe sui colleghi di giunta Marco Lombardo e Matteo Lepore.

Ma ci sono anche varie voci a cui non dispiacerebbe arrivare a optare o per il deputato Andrea De Maria o per l'europarlamentare dem Elisabetta Gualmini (sarebbero più unitari); e Gualmini godrebbe, come si è scritto nei giorni scorsi, anche del placet a livello romano del partito.

La 'base', intanto, è in attesa delle comunicazioni ufficiali del partito al termine della consultazione. Il sindaco oggi ha detto che, senza il nome che piace a tutti, van fatte le primarie a febbraio; ha detto anche che in campo non ci sono né De Maria né Gualmini e l'ex vicepresidente della Regione a stretto giro ha fatto capire invece che non è ancora uscita dalla partita.

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