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Sanità, Bonaccini: “Saremo tra gli ultimi in Europa, ma per il governo la priorità è il Ponte sullo Stretto” | VIDEO

Il governatore dell’Emilia-Romagna, ormai a fine mandato, ha parlato del presente e del futuro (nero) della sanità pubblica

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L’inaugurazione di un nuovo Polo chirurgico al Policlinico Sant’Orsola è stata, per il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, l’occasione giusta per fare un punto sul presente e sul futuro della sanità pubblica. Un futuro nero, stando alle parole del numero uno di viale Aldo Moro: “Presto saremo uno dei paesi in Europa che investe meno nella sanità pubblica, con un rapporto tra Pil e investimenti di circa il 6,5%. Invece, il nostro governo ha scelto legittimamente di investire dieci miliardi sul Ponte sullo Stretto”. Sul tema sanità, Bonaccini si è detto “preoccupato”, e ha dato la sua disponibilità ad “un confronto con il ministro Schillaci, dove e quando vuole lui”.

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Nel suo lungo discorso, Bonaccini ha poi ringraziato per questi dieci anni alla guida della Regione Emilia-Romagna. Giunto al decimo anno, il suo mandato è in scadenza nel 2025. Ma se Bonaccini si candidasse alle prossime europee, ecco che il voto sarebbe anticipato al prossimo novembre 2024. Su questo punto, però, Bonaccini non ha ancora sciolto le riserve, sebbene alcuni quotidiani abbiano scritto di un incontro tra i vertici del Partito Democratico avvenuto a metà della scorsa settimana in cui sarebbero stati scelti i due capolista della circoscrizione Italia Nord-Est: l’ingegnera Annalisa Corrado, responsabile Ambiente del Pd, e proprio Stefano Bonaccini. “Vedremo. Dove devo stare sto, non ho mai chiesto niente per me nella mia vita – ha detto il governatore a margine dell’inaugurazione –. Questa settimana è quella decisiva per decidere cosa faremo, perché la prossima settimana immagino si convocherà la direzione nazionale del mio partito per presentare, votare e definire le liste”.

Durante il suo discorso, dopo l’attacco al governo, Bonaccini si è lasciato andare a parole che suonano come un addio: “Sono stato eletto la prima volta nel novembre del 2014, quindi sono già nove anni e mezzo pieni di presidenza che ovviamente ho svolto con grande onore. Sono orgoglioso di aver servito questa regione per dieci anni. Spero non ci sarà più nessun presidente di regione a dover affrontare un terremoto, una pandemia e un’alluvione”.

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