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Lunedì, 29 Aprile 2024
Calcio

Bologna FC: perché quello di Torino è un buon punto…

A meno di 24 ore di distanza dal pareggio e dalle polemiche post partita, ripercorriamo la movimentata serata dei rossoblù in casa della Juve

Era rigore. Of course. Anzi, rigore più espulsione di Iling-Junior per l’esattezza. Così, a scanso di equivoci, lo mettiamo subito nero su bianco (come peraltro scritto su queste pagine anche nel racconto della partita di ieri sera). Ma allora perché è un punto guadagnato e non sono due persi? Andiamo con ordine: intanto, piuttosto lapalissianamente, va detto che il penalty devi poi trasformarlo (vi ricordate cosa accadde in Sampdoria-Bologna dell’anno scorso dopo il doppio rigore blucerchiato?), poi perché, onestamente, dopo un gran bel primo tempo i rossoblù stavano subendo il prevedibile rientro in partita della Juve, squadra che può contare su diverse bocche da fuoco molto pericolose. Poco prima dell’episodio incriminato, infatti, i felsinei si erano salvati grazie all’intervento del VAR sul gol annullato a Vlahovic per un fuorigioco millimetrico e successivamente per merito di una paratona di Skorupksi sulla sassata di Weah. Segno che anche i bianconeri stavano giocando e che quindi non era un semplice “monologo felsineo" come si legge in qua e là sui social. Certo, il calcio è lo sport più episodico tra tutti gli sport conosciuti e questo si può ritenere un “episodio sfortunato”. Sul 2-0 a venti minuti più recupero (monstre) dal triplice fischio il Bologna avrebbe vinto? Probabile, anche se chiaramente non ci sarà mai una contro prova a sostegno di una o dell’altra tesi, proprio perché sul rettangolo verde di questo gioco nulla è scontato. Quello che resta, invece, è la bellissima prestazione di squadra. La straordinaria leadership difensiva di Beukema, la vivacità di Ndoye, l’intelligenza tattica e la “fotta” di Ferguson e la disponibilità di Zirkzee che, finalmente, oltre a mostrare le sue indiscusse doti tecniche si è fatto apprezzare anche in ripiegamento difensivo. Così, giusto per citare i primi quattro che mi sono venuti in mente. Insomma, un buon punto perché figlio della voglia di non mollare e della coesione di un gruppo che si è dimostrato unito e con tanti attributi, tanto da essere più forte di avversari e ingiustizie. Questa è la cosa che più conta: gli episodi si alterneranno nel corso del campionato, ma la piacevole impressione è che stavolta il sentiero verso il famoso salto di qualità sia stato veramente imboccato...

Complotto, errore o malafede?

Torniamo al minuto 71. Ripartenza di un Bologna che in quel momento stava soffrendo. Filtrante di Ferguson, rasoiata da posizione defilata di Zirkzee e Perin che smanaccia in qualche modo verso il centro dell’area. Il resto lo conoscete. Difficile, per chi scrive, parlare di arbitri, soprattutto avendo raccontato per tanto tempo di uno sport dove la “sacralità” e l’integrità morale del direttore di gara non sono manco argomenti di discussione. E allora: “Scusa, ma secondo te perché non ha fischiato?”. Senza scomodare servizi segreti deviati, allucinanti complotti massonici o chissà quali forze parastatali, l’impressione è che sia stata una colossale svista. Un errore. Pacchiano, ma un errore. Come quello di Skorupski contro il Napoli nella passata stagione, tanto per intenderci. Forse giudicando leggero il contatto tra Iling e Ndoye oppure considerando esagerato il "volo" dell'esterno svizzero, questo non è dato saperlo. Ad ogni modo, in situazioni come queste dovrebbe intervenire il VAR e tutto l'ambaradan tecnologico per fermare il gioco e mettere ordine spegnendo così ogni tipo di polemica sul nascere, esattamente come fa il TMO nel rugby. Ma quello, appunto, è un altro mondo.

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