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Emergenza carceri, il segretario sindacale annuncia lo sciopero della fame

Così il sindacalista Aldo Di Giacomo: “Emergenza acuta e senza via d’uscita. Lo Stato non garantisce la vita delle persone”

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La situazione nelle carceri italiane desta preoccupazione. Le morti all’interno dei penitenziari sono continue: l’ultima, alla Dozza, solamente pochi giorni fa, quando una donna di 55 anni ha inalato del gas ed è morta. Il quadro presenta criticità non solo per i detenuti, ma anche per chi ci lavora. Solamente negli ultimi tre giorni, almeno sedici agenti della polizia penitenziaria hanno subito aggressioni all’interno degli istituti penitenziari. Per questo, il segretario generale del Spp (Sindacato polizia penitenziaria) Aldo Di Giacomo, ha scritto una lettera in cui ha annunciato uno sciopero della fame in segno di protesta contro il sovraffollamento e le carenze di organico.

“Il suicidio di una detenuta di 55 anni, slovacca, nel carcere di Bologna, a cui aggiungere i 16 agenti penitenziari che, complessivamente, nelle ultime 48 ore, hanno subito aggressioni e violenze negli istituti, sono le due facce della stessa medaglia: l’emergenza carcere è sempre più acuta e non si intravede un’uscita” scrive Di Giacomo. “Non possiamo più limitarci ad esprimere cordoglio e rabbia. Almeno noi vogliamo far sentire con tono fermo e forte tutta la protesta perché lo Stato non è in grado di garantire la vita delle persone che ha in custodia e del personale penitenziario che ogni giorno rischia la vita nel servizio. Continuiamo a leggere dai media che c’è chi continua a chiamare i suicidi dei detenuti ‘tragica fatalità’. Non c’è purtroppo più nulla di fatalità. Altrimenti – continua Di Giacomo – si abbia il coraggio di dare ragione al Ministro Nordio quando ha parlato di suicidi come ‘questione irrisolvibile’ e ‘malattia da accertare’”. 

Il sindacalista cita poi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che solo pochi giorni fa aveva chiesto un intervento tempestivo per fermare i suicidi nelle carceri: “Una situazione che rafforza l’allarme lanciato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sull’esigenza di assistenza sanitaria dentro agli istituti penitenziari che è una esigenza diffusa, ampia, indispensabile, la mancanza della quale – continua Di Giacomo – fa sì che su di noi ricadano esigenze e richieste che non rientrano nei nostri compiti e nelle nostre funzioni. Mattarella è rimasto l’unico rappresentante istituzionale a chiamare le cose con il loro nome e a richiamare al proprio compito le altre istituzioni: dal sovraffollamento carcerario, alle carenze di organico. Confidiamo nel suo impegno e pertanto alzeremo il tono della mobilitazione con lo sciopero della fame e il tour delle carceri programmato. Almeno noi non ci stiamo perché lo Stato ha la responsabilità delle persone che ha in custodia e la responsabilità di garantire condizioni di lavoro accettabili per i suoi servitori”.

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