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Nella Giornata mondiale dell’infanzia Bologna celebra l’accoglienza dei minori

Incontro aperto al centro Katia Bertasi per raccontare le diverse forme di accoglienza ai minori non accompagnati che la città di Bologna è in grado di offrire

Bologna città dell’accoglienza: non uno slogan ma, come diceva uno spot di qualche anno fa, una “solida realtà”. Certo, si può sempre far meglio, ma incontri come quello che si è tenuto nel pomeriggio di oggi al centro Katia Bertasi raccontano una realtà operosa e affiatata nell’accoglienza dei minori non accompagnati. Nella Giornata mondiale dedicata all’infanzia e all’adolescenza, il progetto SAI del Comune di Bologna, coordinato da Asp, ha raccontato le varie forme di accoglienza che la città è in grado di proporre. Si parla così di famiglie che accolgono dei ragazzi in casa propria, o che spendono il loro tempo nell’aiutarli a fare i compiti o ad accompagnarli a qualche visita medica. Ci sono poi i progetti più innovativi, come quello realizzato all’hub per minori Casa Merlani, che ha visto alcuni minori stranieri non accompagnati realizzare un corto animato che raccontasse il loro passato e i loro desideri. Partendo da alcune parole chiave, in italiano, si è arrivati dalla composizione di alcune illustrazioni, sia disegnate sia composte da collage, sulle quali si è poi basato il film animato che i ragazzi hanno confezionato e che è stato poi proiettato durante l’incontro di oggi.

SAI, accoglienza minori - 1

“Oggi parliamo di minori stranieri non accompagnati, e lo facciamo in una giornata importante, che è la Giornata mondiale dell’infanzia – ha commentato l’assessore al Welfare del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo –. Oggi ci occupiamo delle storie di questi minori, delle forme di accoglienza che questa città assicura ma che a volte sfugge ad un dibattito che spesso si concentra sui numeri, sui problemi, sulle conseguenze della convivenza tra questi minori e la città, ma che trascura le loro storie, i loro sogni, le loro paure. Abbiamo bisogno di tenere presente che parliamo di ragazzi che fuggono da situazioni di pregiudizio e che cercano in Italia e in Europa il loro futuro. Noi siamo chiamati ad agire la nostra responsabilità e permettere loro di realizzare il più possibile i loro sogni. Ovviamente, tenendo questa prospettiva in un quadro educativo, che è come i servizi agiscono”. 

“È un progetto con un approccio orizzontale – continua Rizzo Nervo – figlio di una modalità orizzontale che coinvolge la città nell’accoglienza dei minori e con esperienze di vicinanza solidale. Oggi parliamo di famiglie che accompagnano e assistono nel loro percorso famiglie o persone che hanno elementi di fragilità, e in questo caso minori che hanno percorsi di cittadinanza da realizzare. È un’esperienza che nasce con il supporto del sistema pubblico ma che coinvolge pienamente la città: è un’idea di welfare non top-down, ma che coinvolge nelle soluzioni di welfare la città stesa” conclude l’assessore.

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