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Omicidio Matteuzzi, disposta perizia psichiatrica per Padovani. Lepore in aula: "La città prende posizione" | VIDEO

Iniziato il processo in Corte d’assise, assente l'imputato. Oltre al sindaco, presente la vice sindaca Clancy, e le associazioni antiviolenza. La sorella di Alessandra: "Voglio solo giustizia"

È iniziato questa mattina davanti alla Corte d’assise il processo a Giovanni Padovani, il giovane di 27 anni accusato dell’omicidio della ex Alessandra Matteuzzi, assassinata a martellate, pugni e calci sotto casa, il 23 agosto scorso.

All’imputato, difeso dall’avvocato Gabriele Bordoni, sono contestate le aggravanti della premeditazione, futili motivi, stalking e legame affettivo. L’uomo non è presente in aula, attraverso una nota dal carcere ha spiegato che rinuncia a comparire.

Disposta la perizia psichiatrica

La Corte d'Assise, presieduta dal giudice Domenico Pasquariello, ha accolto la richiesta dell'avocato Bordoni e ha disposto una perizia psichiatrica per accertare la capacità di Padovani di stare nel processo e di intendere e di volere al momento del fatto. La Corte ha nominato un collegio composto dai professori Pietro Pietrini e Giuseppe Sartori, che saranno incaricati  nella prossima udienza in programma per lunedì 22 maggio. A sostegno della sua istanza, Bordoni ha portato anche la documentazione clinica delle equipe psico-sanitarie delle carceri di Bologna e di Piacenza. La Procura non si è opposta e neppure gli avvocati di parte civile, Antonio Petroncini e Chiara Rinaldi, anche se a loro avviso non ci sono dubbi sulla capacità dell'imputato. "Lui era ed è lucido, io lo so benissimo ma questo non mi tocca. Voglio solo giustizia", le parole di Stefania, la sorella di Alessandra, all'uscita del Tribunale. 

La lista dei testimoni

Riguardo ai testimoni, Bordoni ha fatto sapere che non c'è più bisogno di sentire Maria De Filippi. La conduttrice televisiva era stata inserita in un primo tempo nella lista della difesa per rispondere sui contatti tenuti da Padovani, fino al giorno dell'omicidio, con la trasmissione 'Uomini e donne' per partecipare alle preselezioni. Bordoni aveva spiegato che "questo dimostrerebbe che stava facendo programmi per i giorni successivi e che non aveva un intento predefinito e premeditato di uccidere Alessandra quella sera". Nel frattempo però la trasmissione ha conferamto i contatti e ciò rende superflua la testimonianza della conduttrice. 

Lepore e Clancy in aula

Oltre a Stefania Matteuzzi, la sorella di Alessandra, erano in aula in rappresentanza del Comune, il sindaco Matteo Lepore e la vice sindaca Emily Clancy con la fascia tricolore. La Procura era presente con il procuratore aggiunto Lucia Russo e il pm Francesca Rago.

Dopo una camera di consiglio di poco più di mezz’ora, la Corte di assise ha ammesso come parte civile nel processo, oltre ai familiari della vittima (difesi dagli avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini), il Comune di Bologna e altre quattro associazioni: onlus Casa delle donne, Mondo donna, Udi, e Sos donna (non è stata ammessa invece la onlus 'Al posto tuo').

“Oggi siamo qui per Matteuzzi, qui per la sua famiglia e per tutte le donne che hanno subito violenza e che purtroppo non sono potute arrivare a una incriminazione o a un processo. Questo è un processo importante, un processo nel quale la città prende posizione”, ha detto Lepore.

“È un caso che ha scosso le coscienze di tutti noi. La città si è stretta più volte attorno alla famiglia con cortei e presidi. Siamo qui a testimoniare ancora una volta solidarietà e vicinanza", le parole della vicesindaca.

Centri anti violenza siti in davanti al tribunale _ Processo Matteuzzi

Sit-in stamane davanti al tribunale

I centri antiviolenza bolognesi questa mattina, prima che iniziasse l’udienza, hanno tenuto un presidio in piazza Tribunali.“Nel solco di una importante tradizione femminista di solidarietà e sorellanza, i Centri antiviolenza di Bologna hanno deciso di costituirsi parte civile nel processo, portando così la solidarietà e la testimonianza delle centinaia di donne accolte ogni anno”, hanno spiegato  Casa delle donne per non subire violenza di Bologna, Udi Bologna APS, MondoDonna Onlus e SOS Donna ODV.

(In video Silvia Saccoccia -Casa delle donne per non subire violenza- al presidio oggi davanti al tribunale di Bologna)

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