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Cronaca Imola

A che punto sono i cantieri nel Bolognese 11 mesi dopo l'alluvione

Una mappa dei cantieri per fare il punto sui lavori attivati e quelli invece che ancora attendono di partire. Intanto sul piatto, in tutta la Regione, ci sono 343 milioni per riemergere dalla furia e dalla devastazione dell'acqua

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Acqua ovunque, fango, distruzione e anche morte. Tra poche settimana sarà un anno dall'alluvione che ha sommerso buona parte del territorio dell'Emilia Romagna. Una pagina di storia che difficilmente dimenticheremo. Tuttavia la Regione guarda avanti. Ricostruendo ciò che la furia della natura aveva spazzato via.

343 milioni di euro per riemergere dall'acqua

Dai primi interventi urgentissimi sugli argini dei fiumi ai lavori di consolidamento dei versanti in dissesto a ridosso degli abitati, fino al miglioramento delle condizioni di deflusso dei corsi d’acqua. Si continua a lavorare senza sosta nei territori colpiti dall’alluvione dello scorso maggio: sono 402 i cantieri in capo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile che interessano le province colpite di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Di questi, 130 sono già stati completati, 158 quelli in corso e 114 in progettazione. Il tutto per un investimento totale di circa 343 milioni di euro, tra somme urgenze, urgenze, programmazione regionale anticipata e programmazione da altre fonti.

Il punto sui cantieri nel Bolognese (ad aprile 2024)

mappa lavori post alluvione nel Bolognese_stato ad aprile 2024
Gli interventi di somma urgenza 

Dei 29 interventi (di cui 23 conclusi, 6 in corso/progettazione) l’Ufficio territoriale di Bologna dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile è soggetto attuatore sia all’interno dei Piani dell’Ocdpc (ordinanza del capo Dipartimento di Protezione civile) 992/23, sia all’interno dell’ordinanza n. 6 del 25/08/2023 del Commissario straordinario alla ricostruzione nel territorio delle Regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche (importo di 53 milioni 935mila euro).  

Gli interventi urgenti: i fiumi

Ci sono poi 23 interventi urgenti – sui fiumi Reno e Idice, oltre che sui torrenti Samoggia, Savena, Ghiaia, Gaiana, Zena, Sambro, Sillaro, Sellustra, Quaderna, Setta, sul Canale Navile e sul Cavo Napoleonico – per i quali l’Ufficio territoriale è soggetto attuatore all’interno dell’ordinanza n. 8 del 28/09/2023 e dell’ordinanza 15 del 16/11/2023 del Commissario; l’importo complessivo è di circa 38 milioni 800mila euro. Di questi, uno solo è in corso( per 1 milione 300mila euro); 6 sono in fase di avvio per 3 milioni 350mila euro; i restanti in progettazione.

Questi interventi urgenti hanno diversi obiettivi: ripristino di opere idrauliche danneggiate, arginature e alvei di corsi d’acqua; sistemazione di erosioni spondali; rimozione di piante cadute, sradicate o in precario stato fitosanitario; miglioramento delle condizioni di deflusso di rii e torrenti. È compreso anche un intervento di consolidamento dei versanti in dissesto.

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Programmazione anticipata

Inoltre, con la programmazione anticipata (Fsc, ministero Ambiente-Difesa del suolo Rer, ordinanze capo Dipartimento di Protezione Civile, Piano triennale dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile) in provincia di Bologna sono presenti 4 interventi per un totale di 3 milioni 975mila euro. "Tutte le opere sono già ultimate - riferisce l'amministrazione regionale - eccetto il ripristino delle condizioni di sicurezza dei tratti maggiormente danneggiati dall'evento di piena nei comuni di Budrio, Medicina, Molinella (Bo) e Argenta (Fe), in corso per un investimento di 2,5 milioni. In totale, parliamo di 56 interventi per 96 milioni e 710mila eur"o.

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Cantieri più importanti sul territorio: quello al Ponte della Motta

L’opera più grande di tutti i territori alluvionati interessa il bolognese ed è il cantiere del ponte della Motta, tra Molinella e Budrio, lungo il fiume Idice. "Qui l’intervento di somma urgenza (per  32 milioni di euro) è praticamente concluso - spiega una nota di viale Aldo Moro - è stato completato il ripristino delle sagome degli argini, restano però ancora da fare i lavori di impermeabilizzazione". La tranche successiva, da 20 milioni di euro, vedrà interventi di rafforzamento anche sui tratti di argini dell’Idice che avevano retto all’onda d’urto dell’acqua, con una riprofilatura dell’alveo.

I cantieri in fase di avvio

Sono appena partiti gli interventi di sistemazione dei rii collinari dei bacini dell’Idice e del Sillaro, per un totale di 1 milione e 300mila euro; interessano i comuni di Castel San Pietro, Dozza, Imola, Monterenzio, Ozzano e Monghidoro.

Sta per partire un altro cantiere, da 200mila euro, sul fiume Reno, per il ripristino di una frana golenale nella sponda sinistra a valle del ponte nuovo di Cento (Ferrara).

Successivamente partiranno altri 4 cantieri: il ripristino delle opere elettromeccaniche dell’Opera Po - Cavo Napoleonico, a Bondeno (Fe), per 250mila euro; il ripristino urgente, nelle Terre del Reno, dei rivestimenti delle prime vasche di dissipazione del Cavo Napoleonico e delle strutture di Opera Reno, per 450mila euro.

Ancora, altri due interventi – entrambi da 700mila euro, e quindi per un totale di 1 milione 400mila euro – di diradamento del verde, taglio e rimozione di piante a terra o in stato precario, a rischio caduta, troncamento, sradicamento. Questi due interventi riguarderanno i bacini dei torrenti a ovest della provincia (Lavino, Olivetta, Reno, Setta, Samoggia e affluenti) e a est (Sillaro, Sellustra, Idice, Savena, Zena, Quaderna, Gaiana e affluenti).

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Cantieri monitorabili in tempo reale

I cantieri, con il relativo stato di avanzamento, sono monitorabili al seguente link attraverso il WebGis elaborato dalla Regione Emilia-Romagna con l’obiettivo di informare sugli interventi realizzati, in corso o in attivazione (finanziati con ordinanze del Commissario straordinario) per ripristinare le opere di difesa idraulica, del suolo e di bonifica. Interventi attuati dall’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, dall’Agenzia interregionale per il Fiume Po e dai Consorzi di Bonifica.

Stop costruzioni nelle zone alluvionate  

Visto che l'esperienza insegna, ieri in Regione è stato fatto il punto su undici mesi di lavoro per la messa in sicurezza del territorio e nella circostanza il Governatore Stefano Bonaccini ha ribadito lo stop in futuro nelle zone alluvionate. Per non ripetere gli errori del passato, che nei mesi scorsi sono stati denunciati anche da alcuni amministratori del territorio, come nel caso di Monterenzio.

“Manca poco, ormai, al primo anniversario dell’alluvione- sottolinea il presidente dell'Emilia Romagna-. Se il primo pensiero va alle vittime, l’unico aspetto irreparabile di questa tragedia, i numeri che presentiamo dimostrano che il lavoro delle strutture regionali non si è mai fermato. La ricostruzione e la messa in sicurezza vanno avanti giorno per giorno da undici mesi grazie allo straordinario lavoro senza sosta di donne e uomini, professionisti al servizio delle nostre comunità, in stretta e positiva collaborazione con la Struttura commissariale e tutte le istituzioni coinvolte. Non mi stancherò mai di ripetere quanto abbiamo ribadito fin da subito: la Regione non farà un passo indietro fino a quando la ricostruzione non sarà completata al 100%. Una ricostruzione che sarà necessariamente diversa e che porteremo avanti insieme ai territori, con un preciso impegno: nelle zone alluvionate non si costruirà più, è la lezione che dobbiamo imparare da questo dramma. Al tempo stesso continuiamo a chiedere al Governo di sbloccare i rimborsi per i beni mobili: è assurdo che dopo quasi un anno il loro risarcimento non sia previsto dalle norme”.

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