rotate-mobile
Cronaca

Caporalato tra i rider: alcuni casi sotto la lente della procura anche a Bologna

Decine di ciclofattorini identificati nell'ambito di una operazione che parte da Milano. Il sospetto è che gli account vengano intermediati deitro commissione

Sarebbero una mezza dozzina i casi di alcuni rider vittime di caporalato a Bologna. I carabinieri hanno nei giorni scorsi infatti identificato una conquantina di ciclofattorini, nell'ambito di una inchiesta coordinata dalla procura di Milano per un giro di intermediazione di fatto tra le App di consegne e alcuni ragazzi in bicicletta, casi dove il sospetto è che per 'girare' le consegne con il proprio account alcuni soggetti possano pretendere una commissione che varia tra il 20 e il 50 per cento.

I controlli sin dal 2022

Il fenomeno del caporalato digitale, spiega un comunicato del Nucleo tutela lavoro dei carabineri. è nato con l’avvento del periodo pandemico. La prolungata chiusura degli esercizi commerciali e le restrizioni adottate per limitare la capacità di movimento delle persone al fine di contenere la diffusione del Covid- 19, si è registrata una crescita esponenziale da parte della popolazione dell’utilizzo dei servizi di delivery tramite applicazioni telematiche dedicate, trasformando di fatto i rider in lavoratori essenziali in circuito lavorativo 24/7. Le piattaforme di App Delivery hanno quindi proceduto a reclutare telematicamente un numero considerevole di nuovi rider.ù

In questo nuovo ed atipico scenario lavorativo, il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Milano ha accertato "l’esistenza e lo sviluppo di numerosi episodi di cessioni di account con l’intermediazione di manodopera tra il proprietario dei dati di account e l’effettivo prestatore di manodopera. Diversi account sarebbero stati registrati sulle piattaforme anche (e spesso) tramite l’utilizzo di documenti falsi e, successivamente ad avvenuto accreditamento, ceduti al rider che materialmente ha effettuato la prestazione previa trattenuta di una quota percentuale del guadagno giornaliero da parte del caporale. In sintesi, si è verificato che gli account registrati e accreditati sulle piattaforme delle citate società di Food Delivery, verosimilmente gestiti dal c.d. caporale, siano stati ceduti ad altra persona (rider) che materialmente ha eseguito la prestazione lavorativa della consegna previa trattenuta di una quota percentuale del guadagno giornaliero, operata dallo stesso titolare dell’account, con conseguenti ingenti profitti per quest’ultimo".

Lavoro nero, ancora multe al Cosmoprof: nel mirino 5 aziende di allestimento

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caporalato tra i rider: alcuni casi sotto la lente della procura anche a Bologna

BolognaToday è in caricamento