Carcere: "Dopo il Covid sovraffollamento è tornato"
A dirlo è la nuova direttrice della Dozza, Rosa Alba Casella
Dopo la pandemia al carcere Dozza di Bologna "il sovraffollamento è tornato a crescere". E questo va ad incidere sulla "qualità della vita" all'interno della Casa circondariale. Di conseguenza, in una condizione del genere "è più facile che attecchiscano proteste e rivolte".
A dirlo è la nuova direttrice della Dozza, Rosa Alba Casella, in Sala Borsa alla presentazione del libro di Antonio Mattone, organizzata da Acli, Comunità di Sant'Egidio e Libera, sulla storia di Giuseppe Salvia, vicedirettore del carcere di Poggio Reale a Napoli ucciso dalla camorra 40 anni fa. "Dove si fa fatica a garantire la dignità delle persone -afferma Casella- è più facile che atteschicano proteste e rivolte". Sono atti che "non sono mai giustificabili", precisa la direttrice, ma in queste situazioni "ce li si deve aspettare".
I detenuti, continua Casella, "passano ancora tanto tempo in ozio", una condizione che "accomuna molti. La scuola e la formazione professionale sono realtà presenti, ma ancora per pochi", aggiunge la direttrice della Dozza. Di fatto, conclude Casella, la riforma del 1975 ancora "non ha ancora trovato del tutto applicazione".