Coronavirus e carceri, sindacato penitenziari chiede tampone e mascherine per tutti
Dal Sinappe un elenco di richieste per tutti gli istituti di pena regionali. Il garante detenuti: "Alleggerire le attuali presenze in carcere"
Tamponi e mascherine per tutti gli agenti impiegati in servizio, ma anche tensostrutture aperte fino alle 20 7 giorni su 7 per effettuare un pre-triage prima dell'0ingresso nel carcere.
Sono due delle sette richieste che il Sinappe ha mandato ai direttori delle carceri dell'Emilia-Romagna, per sollecitare l'applicazione delle norme di contenimento dell'epidemia da coronavirus.
"Sono già svariate le note prodotte sull’argomento -scrive il sindacato degli agenti in una nota- la maggior parte delle quali non sono mai state riscontrate dall’Amministrazione".
Per il SInappe "Va, inoltre, aggiunto che svariati luoghi di lavoro nei vari istituti regionali continuano a versare in condizioni di evidente insalubrità, e non ci riferiamo esclusivamente al reparto giudiziario della Casa Circondariale di Bologna, ove il personale opera in condizioni estreme, ma anche alle altre situazioni mai risolte, relative, ad esempio, al problema delle infiltrazioni d’acqua dal soffitto e dalle pareti ed alla carenza e/o inadeguatezza dei dispositivi di protezione individuale".
Per questo il sindacato dei penitenziari torna una serie di richieste, concentrate in un elenco di sette punti : la predisposizione di una tensostruttura per il controllo preventivo delle condizioni di salute di chi acceda in Istituto, a qualunque titolo, la distribuzione di mascherine e guanti, la sottoposizione al tampone faringeo di tutti gli operatori, la sanificazione di tutti i luoghi di lavoro, la promozione del “lavoro agile”, la sottoposizione ad immediati interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dei luoghi di lavoro insalubri e, infine, la necessità di informare i sindacati sugli sviliuppi del contenimento dell'emergenza Covid.
Anche il garante dei detenuti Antonio Iannello torna sul tema e osserva: "Nel mezzo di questa emergenza sanitaria, se si vuole decisamente garantire l'efficacia degli interventi di contenimento della diffusione del contagio all'interno, anche in un'ottica di tutela della salute pubblica, non si può prescindere da un opportuno alleggerimento degli attuali numeri delle presenze in carcere, anche partendo dalle persone con pregresse patologie e anziane".