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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Inquinamento ambientale e traffico illecito di rifiuti: Finanza e Carabinieri scoperchiano la rete

Discariche “a cielo aperto”, campi dove venivano sversati e interrati rifiuti di produzione industriale

Inquinamento ambientale e attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, queste le accuse per sette persone sottoposte a misure cautelari dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Modena, dal Nucleo Investigativo Polizia Ambientale Agroalimentare Forestale dei Carabinieri di Modena e dalla Stazione territoriale dell’Arma di Anzola dell’Emilia, che hanno interessato le province di Modena, Bologna, Reggio Emilia, Ferrara e Rovigo. Sono stati disposti gli arresti domiciliari nei confronti di due persone, l’obbligo di dimora nei confronti di una e l’obbligo di firma a carico di altre quattro. Lo riferisce Modena Today

Sequestrati undici immobili, tra terreni adibiti a stoccaggio e interramento dei rifiuti e fabbricati, otto mezzi di trasporto utilizzati per lo spostamento della merce, nonché il sequestro preventivo per equivalente di oltre 56.000 euro, quale profitto del reato, al momento limitato nella quantificazione ai soli carichi illeciti fermati su strada.

I provvedimenti sono stati emessi dal G.I.P. del Tribunale di Bologna, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, dott. Flavio Lazzarini – Sostituto Procuratore, a carico di imprenditori e titolari di aziende operanti nel settore della gestione dei rifiuti e dell’autotrasporto.

L'indagine

Coordinata dalla DDA di Bologna, nel territorio al confine tra le province, l’indagine ha accertato che gli indagati in prima persona o attraverso società a loro direttamente o indirettamente riconducibili, dai primi mesi del 2019, avrebbero gestito senza alcuna autorizzazione un’attività organizzata che garantiva tutte le fasi dello smaltimento illecito, dalla raccolta al trasporto, dallo stoccaggio fino all’interramento, al fine di conseguire profitti anche consistenti nella riduzione dei costi per i produttori e primi conferitori dei rifiuti, gli indagati

Le investigazioni hanno consentito di ricostruire l’intera filiera, individuando chi conferiva i rifiuti, i vari vettori che provvedevano al trasporto non autorizzato di rifiuti pericolosi e non, i gestori delle due discariche “a cielo aperto”, ovvero i campi dove sono stati sversati e interrati rifiuti di produzione industriale, prevalentemente provenienti da demolizioni edilizie, oltre a rifiuti plastici, pneumatici di automezzi e rifiuti pericolosi contenenti amianto.

Tutte le persone coinvolte sono materialmente responsabili del danno ambientale arrecato alla collettività, consistente nella compromissione del suolo e del sottosuolo di aree complessivamente pari a circa 20.000 metri quadri.

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