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Cronaca

La vicenda dei famosi influencer finiti nel mirino della Finanza, spiegata dall'inizio

Nove content sotto la lente della Gdf. Tra questi anche Gianluca Vacchi, Luis Sal e le sex workers Giulia Ottorini ed Eleonora Bertoli. Una storia che riaccende la questione dei controlli sulle attività degli imprenditori digitali

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Dopo lo scandalo del pandoro Balocco di Chiara Ferragni, ora l’evasione fiscale da parte di nove content creator tra cui Luis Sal e Gianluca Vacchi fino alle sex workers di OnlyFans Giulia Ottorini ed Eleonora Bertoli. Gli influencer tornano nel mirino dei controlli e questa volta sono quelli della Guardia di Finanza, che ha contestato 11 milioni di euro ad alcuni imprenditori digitali bolognesi.

Su di loro le Fiamme Gialle avevano fatto partire i primi controlli nel 2022, ma soltanto ieri sono venuti alla luce i nomi più noti: Vacchi, imprenditore, avrebbe nascosto al fisco 7 milioni di euro provenienti non dalla sua attività sui social ma dalla sua holding. Attraverso il suo legale, si è difeso dicendo che “la maggior imposta accertata dai verificatori per i periodi 2017-2019 ammonta a circa 6mila euro e si riferisce, non a proventi occultati, ma a costi dei quali è stata contestata la piena deducibilità" relativamente "alla sua attività professionale artistica".

Anche lo youtuber Luis Sal ha risposto: "Non sono un evasore, ho sempre pagato le tasse", ha detto in una storia su Instagram. A lui sono contestati invece i due milioni di euro guadagnati online spostati dalla sua società a un'altra fittizia per avere agevolazioni fiscali, operazione che può costituire il reato tributario di interposizione fittizia.

Totalmente sconosciute al fisco sarebbero state invece Giulia Ottorini ed Eleonora Bertoli, nonostante i consistenti guadagni che percepivano attraverso la pubblicazione di contenuti a pagamento sul sito per adulti OnlyFans. 21 anni Ottorini, 28 Bertoli, nonostante non dichiarassero nessun reddito, online non facevano mistero del loro tenore di vita e, in passato, Ottorini si era vantata su TikTok di aver speso 30mila euro in pochi giorni. Oltre a loro, nelle maglie della Guardia di Finanza sono finiti anche altri 5 sex workers che utilizzano anche Escort Advisor per la loro professione.

Gli accertamenti erano partiti dopo che la crisi da pandemia da Coronavirus ha dato una forte spinta alle professioni digitali, e in particolare quelle che guadagnano attraverso l’uso di social network e piattaforme online. Il protocollo è quello del "memorandum operativo congiunto" stipulato tra l’Agenzia delle Entrare e la Guardia di Finanza: attraverso le banche dati disponibili, confronta le possibili sproporzioni tra redditi dichiarati, numero di follower o visualizzazioni sui propri canali e disponibilità di beni. Controlli incrociati che hanno fatto emergere prima dubbi e poi discrepanze.

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