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Biagi, il giorno del ricordo. La sorella: "Oggi stesso clima di allora" /VIDEO

Nel pomeriggio la deposizione dei fiori nella piazzetta a lui intitolata, la messa e poi la "biciclettata". La vedova Marina: "Grata ai sindaci e ai cittadini che ricordano mio marito"

Sono passati ventuno anni dall’omicidio di Marco Biagi da parte delle Nuove Brigate Rosse. Il professore e giuslavorista stava tornado a casa in bicicletta dalla stazione, come faceva ogni giorno: era il tragitto che percorreva quotidianamente rientrando dall'Università di Modena e Reggio Emilia dove insegnava. Quella sera del 19 marzo del 2002, poco dopo le 20, ad attenderlo in via Valdonica c'erano tre brigatisti che lo freddarono sotto casa sua, al civico 14. Oggi alle 17.00 le Istituzioni si sono raccolte nella piazzetta del ghetto a lui dedicata per onorare la sua memoria. 

Marina Orlandi: "Grazie ai sindaci che ricordano mio marito"

Dopo quel giorno, ogni anno Bologna ricorda il suo professore con una serie di iniziative. Questa mattina a San Lazzaro di Savena  è stata deposta una corona di fiori da parte del Comune, dove era presente Marina Orlandi, vedova del professore. "San Lazzaro è stata la prima città dove è stato intitolato un luogo a Marco. Ricordo la prima volta e da lì in poi Marco è stato ricordato ogni 19 marzo, sempre. Le altre due città dove succede sono Modena e Bologna, questa è la terza. Quindi la gratitudine di tutta la nostra famiglia va a questi sindaci, a Isabella Conti, sindaca di San Lazzaro, e ai cittadini di questa città", le parole della signora Orlandi. "Quell'omicidio fu un atto così vile e lo Stato fu incredibilmente responsabile: all'epoca per noi ragazzi di 20 anni era inconcepibile di come il Paese avesse potuto permettere una cosa del genere", ha detto la sindaca Isabella Conti. Erano presenti alla cerimonia a San Lazzaro anche Francesca Biagi, sorella del giuslavorista, e il nipote Giulio Venturi.

Il ricordo istituzionale e le parole dei parenti

Nel pomeriggio le commemorazioni si sono spostate sotto le Torri, con la deposizione di una corona di fiori alle 17 da parte della vice sindaca di Bologna Emily Clancy nella piazzetta intitolata al giuslavorista. "È importante come comunità trovarsi qui per ricordare Biagi, sia per fatti che hanno portato alla sua uccisione sia per il grande apporto che diede al diritto del lavoro", ha sottolineato la vice sindaca. "Ho sempre cercato di essere presente ma quest'anno in particolar modo, essendo il primo in rappresentanza del Governo, e potendo così portare la vicinanza non solo alla famiglia ma anche rinnovare, qualora ce ne fosse bisogno, la memoria di un vero servitore dello Stato che ha pagato un prezzo troppo alto nella sua dedizione alle nostre istituzioni", ha detto il vice ministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami. In rappresentanza della famiglia erano presenti la sorella Francesca e il figlio Lorenzo Biagi che hanno lanciato un appello, in particolar modo alla politica, ad abbassare i toni. "Penso che il mondo politico debba abbassare i toni perché ho vissuto questa situazione con mio padre. Un certo rancore e una certa sofferenza nei suoi confronti era data da un certo tipo di tensione sociale che c'era. Per questo nel mio piccolo, chiedo di abbassare un po' i toni su determinati temi, per il clima in generale e per la tensione sociale che si respira. Ci vuole più compattezza nel condannare certi eventi e certe dinamiche. Mentre al contempo ci sono alcuni silenzi su certi temi che sono assordanti", ha sottolineato il figlio. "Il clima di allora un po' richiama quello che stiamo vivendo adesso, un clima un po' pesante. Marco cercava sempre di attutire i toni, anche a casa per non allarmarci. Secondo me c'è un clima che può ricordare quei giorni, per questo non dobbiamo mai abbassare la guardia e stare attenti. Ci sono schegge impazzite che circolano tuttora e possono creare dei problemi", ha aggiunto la sorella di Marco Biagi.

La messa e la "biciclettata"

Alle 18 e 30 sarà celebrata una messa nella chiesa di San Martino, mentre alle 19 e 20 è in programma la staffetta ciclistica lungo che il percorso che il professore compì la sera della sua uccisione, "per me è il momento più intenso ed emozionante", ha raccontato il figlio Lorenzo. Il ritrovo per i ciclisti è per le ore 19.20 in piazza delle Medaglie d’Oro, sotto l’orologio del 2 agosto 1980, mentre chi decidesse di non partecipare potrà recarsi direttamente in via Valdonica attorno alle 20. La staffetta partirà alle ore 19.45 circa verso via Valdonica, e a conclusione del percorso, verrà deposta una corona di fiori e, dopo un minuto di raccoglimento,si svolgerà una breve cerimonia di commemorazione. Parteciperà la delegata del sindaco Erika Capasso. La cerimonia terminerà alle ore 20.30 circa proponendo ai partecipanti delle canzoni e la lettura di alcuni brani. Questa commemorazione si pone come occasione per ricordare anche il professor Mario Mattei che della staffetta fu organizzatore dal 2004 fino al 2022.

Docente del lavoro e consulente del Governo 

Biagi nacque a Bologna nel 1950, città dove ha sempre vissuto. Docente di diritto del lavoro, nel 1997 assunse l'incarico di consigliere del presidente del Consiglio Romano Prodi. Nel 1998 venne nominato consigliere del ministro del Lavoro Antonio Bassolino e consigliere del ministro dei Trasporti Tiziano Treu. Nel 2001 fu consulente del ministro del Welfare Roberto Maroni per l'elaborazione della riforma del mercato del lavoro. Le Nuove Brigate Rosse rivendicarono l’attentato la stessa notte dell’uccisione del giuslavorista, indicando nel suo contributo alle riforme del lavoro dell’allora governo le ragioni dell’attentato. Biagi, nonostante le continue richieste, si muoveva senza scorta.

I processi e le condanne

Nel processo di primo grado, il 1º giugno 2005, la Corte d'Assise di Bologna, dopo ventidue ore di camera di consiglio, condannò a cinque ergastoli altrettanti componenti delle Nuove BR: Nadia Desdemona Lioce, Roberto Morandi, Marco Mezzasalma, Diana Blefari Melazzi e Simone Boccaccini. Il 6 dicembre 2006, la Corte d'assise d'appello confermò l'ergastolo per Diana Blefari Melazzi, Roberto Morandi, Nadia Desdemona Lioce e Marco Mezzasalma, riducendo a 21 anni di reclusione la condanna per Simone Boccaccini, riconoscendogli le attenuanti generiche. Nel terzo e ultimo grado di giudizio, l'8 dicembre 2007, la quinta sezione penale della Corte di Cassazione di Roma confermò il verdetto emesso in secondo grado rendendo definitive le condanne ai cinque brigatisti responsabili, tranne che per Nadia Desdemona Lioce, la quale non aveva presentato ricorso in Cassazione.

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