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Cronaca Calderara di Reno

Processo Mondo Convenienza, Enti e Cgil ammessi come parti civili

Un altro passo avanti della causa che vede imputati cinque manager per caporalato e sfruttamento del lavoro

Contro Mondo Convenienza ci saranno anche le istituzioni e la Cgil nel processo che potrebbe coinvolgere la holding specializzata in arrendamento low cost. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm per cinque manager imputati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro nel magazzino a Calderara di Reno, ieri mercoledì 10 ottobre il giudice per l'udienza preliminare ha respinto tutte le eccezioni delle difese e accolto la richiesta del sindacato, del Comune di Calderara e della Città Metropolitana di costituirsi parte civile.

"Intendiamo chiedere giustizia per i lavoratori"

Il processo si riferisce a fatti avvenuti tra il 2017 e il 2018: la Procura di Bologna aveva contestato "turni senza fine, violazioni della sicurezza, e metodi umilianti per costringere i facchini a consegnare i pacchi entro la giornata" all'interno dello stabilimento. "Costituirsi parte civile era un dovere etico, politico ed istituzionale - dichiara il sindaco di Calderara Giampiero Falzone - Leggere l’accostamento di Calderara di Reno quale territorio di consumazione di reati, ove confermati, quali caporalato e sfruttamento del lavoro è qualcosa che non poteva lasciarci inermi". Insieme ai lavoratori e alle lavoratrici si schiera anche la Città Metropolitana: "Bologna è danneggiata dal grave reato di sfruttamento dei lavoratori contestato agli imputati e, come tale, ha diritto a partecipare in qualità di parte civile al processo penale che dovrà accertare se quelle gravissime condotte sono state realizzate", si legge in una nota.

Anche la Cgil

Anche il sindacato si schiererà parte civile, e torna a puntare il dito contro le condizioni a cui erano sottoposti i facchini e i montatori dei mobili, assunti da società ricollegabili a Mondo Convenienza, tra cui il "mancato rispetto delle corresponsione delle retribuzioni secondo i CCNL di categoria", la "violazione della normativa sull’orario di lavoro e sulla sicurezza" e i "metodi umilianti con i quali i lavoratori erano controllati a distanza": "Troppo spesso i grandi marchi coinvolti in questi processi nascondono le loro responsabilità per lo sfruttamento dei lavoratori adducendo che i rapporti con questi sono tenuti da altre società con le quali non devono condividere nessun onere" è il commento della Cgil, che ribadisce la volontà di continuare "a stare al fianco di questi lavoratori in tutte le fasi del processo così come stanno già facendo nelle purtroppo altre vicende processuali che vedono lesi i diritti più fondamentali dei lavoratori".

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