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Contro Comune e Regione

Spentolata degli ambientalisti contro il Passante: "Fanno finta di non aver capito"

Nuova protesta lunedì sotto il Comune con pentole e tamburi: "Allargare le autostrade rende il territorio incapace di sopportare precipitazioni intense"

Tornano a farsi sentire gli ambientalisti, dopo la protesta sull’alluvione andata in scena mercoledì in Assemblea legislativa. Il prossimo appuntamento è per lunedì alle 16 e 30 sotto Palazzo d’Accursio per dire di no al Passante di Mezzo. Si tratterà di una “spentolata rumorosa”, quella che sono pronti a organizzare gli attivisti di Amo Bologna, Bologna For Climate Justice, Extinction Rebellion, Fridays for Future e Legambiente Bologna, che si presenteranno sotto il Comune – assieme alla Regione, i due enti al centro della contestazione – con con "pentole, tamburi, o qualunque altro strumento rumoroso", contro "progetti devastanti e pericolosi" come il Passante.

"L'impermealizzazione del territorio produce catastrofi"

Perché, sostengono le sigle ambientaliste, l'Emilia-Romagna "è una delle regioni più cementificate d'Europa: mentre i cambiamenti climatici producono l'alternarsi di lunghe siccità e piogge intense, l'impermealizzazione del territorio rende catastrofici questi eventi. Il progetto di allargamento del Passante di Mezzo è l'opera simbolo di chi, di fronte alle recenti alluvioni, fa finta di non aver capito: allargare le autostrade significa continuare a contribuire alle emissioni climalteranti e rendere il nostro territorio incapace di sopportare precipitazioni intense". Per Amo Bologna, Bologna For Climate Justice, Extinction Rebellion, Fridays for Future e Legambiente Bologna, le popolazioni dell'Emilia Romagna, "stanno pagando a caro prezzo la cementificazione del territorio, mentre nei quartieri attraversati dal Passante di mezzo l'aspettativa di vita è di tre anni inferiore a quella in altre aree della città". E inoltre, aggiungono gli ambientalisti, "vogliono allargare l'autostrada che attraversa Bologna nonostante le alluvioni e senza dare informazioni e senza conoscere le ricadute che questo progetto può avere sulla salute delle/dei bolognesi e sulla qualità della vita in città”.

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