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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Ancora polemiche sul museo della casa popolare da 1,6 milioni: Clancy risponde così

Un importante dettaglio su provenienza e condizioni di finanziamento delle risorse stanziate

Invece che spendere 1,6 milioni per realizzare il Museo della casa popolare, il Comune di Bologna non farebbe meglio a spendere questi fondi per aumentare la dotazione di appartamenti pubblici della città? Palazzo D'Accursio assicura che il quesito non si pone: le risorse in questione, derivanti dal Pnrr, sono "vincolate" alle finalità comprese nel progetto del Museo e non sarebbe stato possibile investirle sul tema alloggi e neanche usarle per incrementare i contributi all'affitto.

Lo afferma la vicesindaca con delega alla Casa, Emily Clancy, rispondendo in Question time a Detjon Begaj (Coalizione civica) e Stefano Cavedagna (Fdi). L'intervento, riepiloga, rientra in un più ampio progetto di riqualificazione degli edifici e delle corti tra via Albani, via Fioravanti, via Zampieri e via Di Vincenzo. Il finanziamento complessivo, per circa sei milioni, è garantito da risorse del Pnrr nell'ambito del Piano urbano integrato (Pui).

"Ecco perché non si può utilizzare la somma per l'edilizia popolare"

Risorse che, come riporta la Dire, "non potevano essere utilizzate per 'realizzare nuovi alloggi pubblici' o 'sistemare alloggi sfitti' o per 'alimentare il fondo per il contributo affitto', come asserito da alcune parti", afferma Clancy, bensì "esclusivamente" per le finalità del Pui e quindi delle condizioni base per ottenere il finanziamento: cioè "un programma integrato di interventi per migliorare il contesto urbano, la sicurezza dei residenti e la qualità, anche energetica, di aree e immobili pubblici inutilizzati, sviluppando servizi culturali".

Di conseguenza, "in piena linea con questi obblighi", continua la vicesindaca, per i palazzi in questione il progetto prevede cappotti energetici, sostituzione degli infissi, riqualificazione delle corti aperte e per l'appunto la nascita del centro di documentazione sulla casa popolare nell'ambito del più ampio Polo della memoria democratica. Questo perché l'amministrazione, sottolinea Clancy, crede che "la cultura e la bellezza possano contribuire a migliorare la vita anche in questi luoghi 'popolari', contro ogni anacronistica visione che invece li vorrebbe 'esclusi' e periferici".

Infine, Clancy fa notare che di tutto il pacchetto finanziario del Pnrr dedicato alla casa a Bologna (Pui più Fondo complementare) la realizzazione del Museo "rappresenta solo il 3,5% delle risorse". Intanto, l'iter per la realizzazione del Museo fa un passo avanti con la conclusione del concorso di progettazione bandito da Comune e Acer, in collaborazione con l'Ordine degli architetti: tra i sei progetti candidati ha vinto quello proposto da due under 30, Renato Righi e Valerio Poltrini dello Studio Nebbia di Milano. Si prevede "un nuovo spazio pubblico discreto, ma al tempo stesso multifunzionale, aperto e inclusivo" che, spiega il Comune in una nota, "diventerà ibrido e sarà in grado di accogliere differenti attività e di rimanere vivo lungo tutto l'arco della giornata". Il cortile esterno, poi, ospiterà "una piccola piazza raccolta e discreta" ed un "teatrino" per eventi culturali. Il progetto esecutivo dovrà essere consegnato entro giugno e la realizzazione delle opere, a cura di Acer, dovrà terminare entro la primavera 2026. "Grande soddisfazione per aver contribuito ad un ampio percorso di restituzione alla città di spazi precedentemente dimenticati", afferma Clancy. "Siamo molto orgogliosi di restituire alla città uno spazio accogliente per studiare, informarsi e attivare progetti culturali", dichiara il presidente di Acer, Marco Bertuzzi, sottolineando come il progetto selezionato dimostri che "ci sono giovani capaci di pensare luoghi inclusivi, intergenerazionali, aperti alla città e ai visitatori".

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