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2 agosto

Strage di Bologna, "naufragato il tentativo di far saltare appello Cavallini"

Il commento dell'Associazione dei parenti delle vittime del 2 agosto dopo che la Cassazione si è pronunciata sui giudici over 65

La prima sezione penale della Cassazione ha annullato la decisione della Corte di assise di appello di Palermo che, a sua volta, aveva dichiarato nulle le condanne di un processo per omicidio di mafia, perché uno dei giudici popolari, al momento del verdetto di primo grado, aveva superato i 65 anni (età massima fissata dalla legge per far parte della giuria).

La questione dell'età dei giudici popolari

La decisione era particolarmente attesa anche a Bologna per il futuro del processo a Gilberto Cavallini. I legali dell'ex Nar, condannato all'ergastolo in primo grado per concorso nella strage del 2 agosto 1980, mercoledì avevano infatti chiesto che la sentenza di primo grado venisse dichiarata nulla proprio perché quattro giudici popolari del processo di primo grado (due titolari e due supplenti) avevano superato i 65 anni mentre era in corso il dibattimento. La Procura Generale di Bologna e le parti civili avevano invece sostenuto che "la corretta interpretazione della norma porta a ritenere che il requisito dell'età non inferiore a 30 anni e non superiore a 65 anni debba sussistere al momento dell'estrazione", cioè nel momento in cui i giudici popolari vengono nominati. E la Cassazione oggi, intervenendo sul caso di Palermo, ha ritenuto che il requisito anagrafico previsto per i giudici popolari è richiesto al momento dell'iscrizione nell'albo dei giudici popolari, dell'inserimento della lista e, da ultimo, della nomina per la sessione. Il giudice popolare così nominato resta legittimamente in carica per l'intera sessione. Ora si attende la decisione dei giudici di appello bolognesi del 18 maggio. 

Gli avvocati dei parenti delle vittime: "Pagina importante di giustizia"

La decisione della Cassazione fa "naufragare il tentativo di far dichiarare nulla la sentenza di primo grado" dicono gli avvocati Andrea Speranzoni, Alessandro Forti, Alessia Merluzzi e Lisa Baravelli, in rappresentanza dei familiari delle vittime.  "Da parte nostra c'è una grande soddisfazione per la decisione della Cassazione, a conferma che gli argomenti di diritto nostri e della Procura generale di Bologna erano fondati. Quella di oggi è una pagina importante di giustizia", aggiungono gli avvocati. "I terroristi che volevano evitare il processo dovranno difendersi nel processo", il commento di Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime.

I legali di Cavallini: "C'è contrasto tra sezioni"

La decisione della prima sezione penale della Cassazione "era prevedibile, c'era il rischio che altrimenti venissero annullate decine di processi", sostiene l'avvocato Alessandro Pellegrini, uno dei difensori di Cavallini. Ma la pronuncia di oggi "va in contraddizione con altre della prima sezione e di altre sezioni", quindi "c'è un contrasto tra sezioni e dovrebbero essere interessate le sezioni unite".

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