Suicidio Rioveggio, tutto il dramma in una lettera: "Ho lottato, non ne posso piu'"
Una situazione 'economica atroce' la sua, scrive l'ex assicuratore di Vergato che si è tolto la vita lanciandosi da un viadotto della A1. In una lettera trovata tutto il suo dramma
Una situazione 'economica atroce' a spingerlo al suicidio, così scrive l'ex assicuratore di Vergato, 53 anni, che ieri mattina si è tolto la vita lanciandosi dal viadotto Torre della A1. Nell'auto, trovata in sosta sulla corsia d'emergenza dal personale della Società Autostrade, rinvenuta anche una lettera scritta a mano dall'uomo, in cui viene confessato tutto il suo dramma. Una situazione economica 'atroce', come egli stesso la definisce, la causa della disperazione
"Ho lottato per sei anni - spiega il suicida - per tentare di migliorare la situazione economica atroce", ma ora "abbiamo perso le case". "Non ho più un conto corrente, e ora mi hanno bloccato anche quello aziendale - scrive - che non mi permette di pagare più nessuno. Non ne posso piu". La lettera poi prosegue con messaggi di addio per le persone a lui care.
TRE SUICIDI ANALOGHI IN POCHI MESI. Quello di ieri è il terzo episodio in pochi mesi che si registra a Bologna.
A fine marzo fu l'artigiano Giuseppe Campaniello a togliersi la vita dandosi fuoco davanti l'agenzia delle entrate, luogo simbolo (VIDEO), scelto dal suicida per esternare tutta la sua disperazione legata ai debiti accumulati e insoluti. Combattè tra la vita e la morte per giorni, poi se ne ando'. La moglie, insieme ad altri familiari delle 'vittime della crisi', marciò in segno di protesta contro il Governo, sollecitando un pronto intervento delle istituzioni affinchè le leggi cambino e i cittadini non vengano lasciati soli al loro destino.
Alla rivolta delle ribattezzate 'vedove della crisi' seguì, poco tempo dopo, a maggio, un altro dramma analogo: fu il commerciante 48enne, Piero Marchi, a suicidarsi nel suo negozio di casalinghi in via Duse. A spingerlo una situazione economica in bilico.
