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Veronica Pivetti a Bologna. Il covid, la resurrezione e il ritorno sul palco

INTERVISTA | In città con il suo ‘Stanno sparando sulla nostra canzone’ al Duse: "Tornare sul paco una gioia, ma per me anche un bisogno fisico"

Veronica Pivetti è una di quelle artiste a cui viene bene tutto (naturalmente). Doppiatrice, attrice e presentatrive tv, in questi giorni porterà sul palco di Bologna tanta passione e una black story musicale ambientata nell'America, nei mitici anni Venti: i baci e gli abbracci adesso non sono più sconsigliati, l’epidemia di Spagnola è un lontano ricordo. Ci ricorda qualcosa? Decisamente sì. Ma non è questo il punto: lo spettacolo "Stanno sparando sulla nostra canzone" (tre serate al Duse) parla degli scampati che corteggiano le sopravvissute, le quali si danno alla pazza gioia e sanno che la speranza è l’ultima a morire. Siamo in pieno proibizionismo, la malavita prospera e con essa un folto sottobosco di spregiudicati. Questa l’atmosfera della nostra storia accompagnata dalla contemporaneità di canzoni fra le più note e trascinanti della musica pop e rock. Veronica Pivetti, in tutto questo, veste i panni di Jenny Talento, fioraia di facciata, in realtà venditrice d’oppio by night...

Cominciamo dallo spettacolo ‘Stanno sparando sulla nostra canzone’, che sta per portare a Bologna. Siamo negli anni Venti, appena scampata l'epidemia di Spagnola. Inevitabile, con questo primo sguardo alla trama, non pensare alla pandemia che abbiamo e stiamo ancora attraversando: un parallelo possibile anche in funzione della storia? Come ha vissuto lei, dal punto di vista personale e artistico, questi ultimi due anni?

"Ovviamente il parallelo c'è ed è uno degli spunti per raccontare una sorta di 'risurrezione'. Come allora, anche oggi la gente ha più che mai bisogno di divertirsi, di distrarsi, di tornare ad abbracciarsi, a ridere, ad appassionarsi, ed è quello che raccontiamo in questo spettacolo. La passione è l'ingrediente principale di 'Stanno sparando sulla nostra canzone' ed è celebrata in prosa e in musica. Io, in questi due anni di restrizioni sono stata fortunata, ho lavorato sempre, scrivendo il mio quarto libro (che uscirà alla fine di aprile), partecipando alla trasmissione 'le parole' di Massimo Gramellini, dove sono nel cast fisso ogni sabato e registrando 'Amore criminale', perciò non mi posso proprio lamentare. Ma molti attori hanno sofferto questo periodo di assenza dalle scene. Il teatro è stato il più penalizzato, insieme alla musica dal vivo e ora, tornare sul palcoscenico, è una gioia assoluta, oltre che una 'necessità fisica'".

Restiamo un attimo nell'attualità e, ahinoi, su argomenti poco allegri per fare una riflessione sulla cultura e dunque anche sulla musica e sul teatro: quale il loro luogo in questo momento storico?

"Il luogo 'fisico' dello spettacolo dal vivo é il palcoscenico, non c'e' niente che possa sostituirlo. Se le piattaforme hanno provato a 'mangiare' il cinema (senza mai eguagliarlo, perche' il cinema in sala e' inimitabile), il teatro in televisione non e' nemmeno una pallida imitazione del teatro a teatro per godersi davvero uno spettacolo bisogna andare nel luogo deputato, per me luogo di culto. Se poi la domanda verte sull'importanza della cultura nel nostro paese, le dico che bisogna lottare perchè sia sempre viva. E' una lotta necessaria".

Attrice, doppiatrice, presentatrice: qualcosa un po' di più e qualcosa un po' in meno?

"Amo il mio lavoro che è 'comunicazione', poi in qualunque modo questa avvenga, mi va bene. Ogni forma di comunicazione é diversa dall'altra e ugualmente appassionante. solo il teatro, pero', ti da' l'immediato scambio col pubblico, cioe' la possibilita' di creare un rapporto con chi ti e' venuto a vedere. Più sto sul palcoscenico e più penso che il mio corpo ne abbia bisogno. Credo che questi anni di pandemia siano stati deleteri, per noi attori, anche perchè ci hanno inibito uno sfogo necessario. Recitare non è solo un bisogno intellettuale, ma anche fisico".

Tre giorni a Bologna fra prove e spettacolo, ci sono dei luoghi che vuole vedere e delle cose che vorrebbe fare (mangiare) qui? Conosce la nostra città?

"Conosco piuttosto bene Bologna che frequento da molti anni. E' una citta' particolarmente evoluta, culturalmente viva, esigente. E' 'avanti', per dirla in una parola. E sorvolo sull'aspetto culinario perché so che per questi giorni la mia dieta andrà a farsi friggere (tanto per restare in tema)". 

Tre buoni motivi per non perdersi lo spettacolo al Duse?

"Difficile che il panettiere ti dica che il suo pane non è buono, ma penso anche che se il panettiere ti consiglia il suo pane lo faccia con coscienza e con cognizione di causa. 'Stanno sparando sulla nostra canzone' é un bello spettacolo, é un trionfo di ritmo, musica, divertimento ed emozioni. Punto. ecco perché non dovete perderlo!". 

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