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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Zona Universitaria / Via Mascarella

46 anni fa l'uccisione di Francesco Lorusso: Clancy contestata alla commemorazione

In città si aprì una stagione di scontri: barricate e scene di guerriglia urbana con l’arrivo di mezzi blindati e carri armati

Via Mascarella 46 anni fa. Lo studente Francesco Lorusso, 24 anni, l'11 marzo 1977, venne ucciso durante una manifestazione. Oggi come ogni anno attivisti e amici so sono ritrovati davanti al luogo della tragedia e hanno commemorato Francesco. In rappresentanza del Comune, ha partecipato la vicesindaca Emily Clancy che ha deposto la corona di fiori. 

A sparare allo studente di medicina, militante di Lotta Continua, il carabiniere Massimo Tramontani, praticamente un coetaneo, che dopo anni incontrerà il fratello della vittima, Giovanni, all'eremo di Ronzano. Giovanni, dopo una lunga malattia, è mancato a ottobre del 2022 a Forlì 

Non sono mancate le contestazioni:  "Qualcuno questa mattina ha violentemente contestato e insultato la nostra vicesindaca. A queste persone dico semplicemente che non ci intimoriscono", scrive il primo cittadino sui social. "Ai familiari di Francesco e agli amici va invece tutta la nostra vicinanza e collaborazione. A Emily il mio sostegno e convinta solidarietà".

"L'11 marzo 1977 a Bologna- ricorda il sindaco- veniva ucciso da un carabiniere uno studente di 25 anni, militante di Lotta Continua. Tre anni prima che io nascessi e quattordici prima della nascita di Emily. Non per questo o forse anche soprattutto per questo, per la giovinezza tradita, sentiamo tale data come importante da ricordare. In particolare oggi che indossiamo una fascia tricolore. E continueremo a farlo". 

Clancy: "Comprendo la rabbia di chi ancora non si capacita"

"Ogni anno, per un giorno più di qualsiasi altro, per molte bolognesi che hanno vissuto quel periodo e non solo, la città è ancora lì, chiusa in quei cerchi di gesso attorno ai segni dei proiettili, testimoni della più profonda ingiustizia - ha scritto la vicesindaca sui social - Per questo non mi impressiona ma comprendo la rabbia di chi ancora non si capacita di quello che è successo, come ha espresso una parte dei presenti alla commemorazione di questa mattina. Ma proprio perché come ricorda la lapide Lorusso è stato “assassinato dalla ferocia armata di regime” penso sia un dovere delle istituzioni ricordare ciò che è successo, attraversare lo sdegno e la rabbia, rispondere alla richiesta dei suoi genitori Agostino e Virginia che desideravano che alla commemorazione fossero presenti rappresentanti del Comune e dell’Università. Ignorare i fatti sarebbe l’ennesimo sfregio alla memoria della nostra città. E invece la memoria è un ingranaggio collettivo, non è proprietà di nessuno, bensì un dovere di tutte e tutti noi. Francesco, vivi nelle lotte". 

Scontri e carri armati in città 

Quella fu una mattina di tensione in zona universitaria, ma gli scontri si fecero più duri, dopo la morte di Lorusso: barricate e scene di guerriglia urbana con l’arrivo di mezzi blindati e carri armati.

Venne chiusa anche, Radio Alice, l’emittente di area antagonista, con sede in via del Pratello. Le persone che conducevano le trasmissioni vennero arrestate.

(Foto Flashgiovani)

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