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Contro la chiusura alle 18, nasce il Comitato "Esercenti Resistenti": sabato fiaccolata in Piazza

E' stato inoltrato anche il ricorso al TAR, udienza programmata per il prossimo 24 febbraio

Fiaccolata in Piazza Maggiore il 20 febbraio organizzata dal Comitato Tutela Ristoranti Bologna ed Esercenti Resistenti per contestare la chiusura imposta per le 18.30.

"Scenderanno in piazza per manifestare, pacificamente e nel pieno rispetto delle norme vigenti, contro le modalità penalizzanti e incoerenti dei numerosi provvedimenti ministeriali - fa sapere il Comitato - alle 18.30, simbolicamente dopo lo stop imposto a Bar e Ristoranti", ma anche la cittadinanza è inviatat. 

Sono chiamati a parteicpare piccoli e grandi imprenditori della ristorazione e del commercio, e anche distributori, vignaioli, pescherie, macellai, rappresentanti, fornai "forzati in questo dannoso precariato, in balìa di regole mutevoli, spesso dissennate e spesso incomprensibili se non addirittura contrastanti tra loro. Una fiaccolata - spiegano - per accendere al crepuscolo una luce sulla situazione incerta e buia che impone regole a chi le ha sempre rispettate e volge lo sguardo altrove quando si creano situazioni e assembramenti sregolati, realmente pericolosi per la salute". 

La proposta Ascom: "Ristoranti aperti di sera per evitare assembramenti" 

Il Comitato Tutela Ristoranti Bologna ed Esercenti Resistenti chiedono di annullare l’orario di chiusura delle 18 e di potere proseguire l’apertura nell’orario serale "essendo convinte che sia più sicuro offrire ai clienti ambienti controllati, con postazioni distanziate e servizio al tavolo". 

Il Comitato contesta "la totale mancanza di pianificazione delle regole, che sempre vengono comunicate con modalità poco chiare e soprattutto all’improvviso e con cambi repentini di rotta, che creano ulteriori danni ed esborsi oltre a quelli già subìti".

Nella nota, il Comitato fa sapere che, dopo essersi costituito attraverso la  consulenza legale dell’Avvocato Massimiliano Bacillieri, è stato inoltrato il ricorso al TAR "la cui l’udienza è programmata per il prossimo 24 febbraio". 

"Bar e ristoranti additati come unici responsabili della diffusione del virus"

"Avendo posto in essere tutte le procedure di sanificazione e sicurezza all’interno dei locali aperti al pubblico - il Comitato - intende reagire, civilmente, alle forzate chiusure imposte dai decreti, che additano bar e ristoranti come unici responsabili della diffusione del virus, quando in realtà, con i dispositivi messi in atto, sono i luoghi più sicuri e anche facilmente controllabili dalle forze dell’ordine, rispetto ai caotici assembramenti in strada a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane". 

Bar e ristoranti chiedono quindi "di potere lavorare, per se stessi e per tutte le famiglie di collaboratori e collaboratrici coinvolti, così come le altre categorie del commercio, e non essere mai più il capro espiatorio di questa situazione. Si chiede inoltre che i ristori siano adeguati ai reali danni causati dalle restrizioni anche per supportare i dipendenti degli esercizi, che stanno diventando i nuovi poveri, e che si possa ricorrere alla Cassa Integrazione con più efficacia aumentandone gli importi. 

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