"Afagnistan, agfanistan, afganistan" di Andrea Filippini
Un infermiere tra casa e ospedale in mezzo al conflitto: “Adesso nessuno potrà dirmi che la guerra è giusta,
nessuno potrà raccontarmela, nessuno potrà dirmi di stare zitto perchè io ci sono stato, ho visto e vissuto i suoi effetti…
pochi (”solo” 6 mesi) rispetto a chi ci convive ogni giorno, troppi rispetto a chi la decide come a Risiko, solo per guadagnare una cazzo di carta…”
Questo libro non è una novità ma è già uscito da qualche anno. Purtroppo, per quello di cui parla, rimane un testo molto attuale, che ha sempre molto di cui far discutere.
Abbiamo deciso di raccontarvelo con il suo autore, Andrea Filippini: “AFAGNISTAN, AGFANISTAN, AFGANISTAN” Diario di bordo del mio viaggio più estremo, nel bene e nel male (ed. Across Alive).
Ne parla con il libraio Giorgio.
mercoledì 10 ottobre, ore 19:00
La confraternita dell'uva // Libreria - Cafè - Wine Bar
via Cartoleria 20/b
Bologna
IL LIBRO: Diario di bordo, come dice il sottotitolo stesso, “del viaggio più estremo nel bene e nel male”, sono le istantanee quotidiane dell’esperienza dell’autore come infermiere presso l’ospedale “di guerra” di una importante Ong a Lashkar Gah, nel Sud dell’Afghanistan, la raccolta di mail personali durante quei sei mesi che personali dovevano restare. La scelta di renderle pubbliche è stata fatta in seguito al veto posto dalla stessa Ong sul documentario realizzato insieme a due amici, un videomaker e un musicista. «Questo libro – dichiara Andrea Filippini – rappresenta il mio piccolo mattone nell’umana rivoluzione contro la guerra. Come dice Terzani, e tanti altri prima di lui, la storia esiste solo se qualcuno la racconta. Possono accadere eventi di ogni tipo ma se qualcuno non ne lascia una traccia è come se non fossero mai avvenuti. Ora le storie, i volti e le emozioni delle persone che ho incontrato in quell’ospedale sono storia e possono essere conosciuti da chiunque vorrà e, con loro, le atrocità e la violenza di quella cosa che esiste ancora: la guerra».
L'AUTORE: Andrea Filippini, infermiere e scrittore per passione, è stato “obbligato” alla sua prima opera letteraria.