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Domiciliari a Giulia Ligresti: l'ex commissario Cancellieri nella bufera

Il ministro della Giustizia ed ex comissario a Bologna telefonò per sapere le condizioni di Giulia Ligresti che soffriva di depressione e anoressia. Proprio qualche giorno fa, in città per verificare lo stato delle carceri della Dozza e del Pratello

Una telefonata per controllare che un'amica di famiglia finita in carcere fosse trattata "bene". E' bufera su Anna Maria Cancellieri, il cui nome compare nell'inchiesta di Torino sul caso Fonsai. Il ministro della Giustizia, al momento degli arresti e dello scandalo, si interessò alle condizioni di salute di Giulia Ligresti che soffriva di depressione e anoressia. 

Su sollecitazioni della famiglia Ligresti, di cui la guardasigilli è amica intima e per cui il figlio della Cancellieri ha lavorato, il ministro telefonò per assicurarsi che Giulia venisse trattata adeguatamente. Un interessamento, questo della Cancellieri, che la stessa guardasigilli aveva "annunciato" in due telefonate con i Ligresti e con Gabriella Fragni, compagna di Salvatore. 

"Ti voglio bene, la vita mi scorre in una maniera indegna. Comunque guarda - ribadiva - qualsiasi cosa io possa fare conta su di me, non lo so io cosa posso fare, però guarda sono veramente dispiaciuta".

"Ho sensibilizzato il Dap (Dipartimeno Amministrazione Penitenziaria -ndr) perché venisse fatto quanto di loro competenza per la tutela della salute dei carcerati" si è difesa con i magistrati il ministro, che comunque non è indagata. 

Dure, le reazioni dell'opinione pubblica e degli schieramenti politici: dal Movimento Cinque stelle al Partito Democratico. Grillo ha attaccato dal suo blog: "Su 63.000 e rotti detenuti su chi si è posato l’occhio benevolo della ministra Cancellieri? Giulia Ligresti, un nome, anzi un cognome, a caso, che è uscita dal carcere dopo l’interessamento della Cancellieri". 

"Un intervento umanitario il suo, dice la ministra, e sicuramente poco conta che suo figlio, Piergiorgio Peluso, dopo un anno di lavoro alla Fondiaria Sai di Salvatore Ligresti, sempre un cognome a caso, abbia ricevuto una buonuscita di 3,6 milioni di euro - ha sottolineato Il M5S Camera - Un'intervento umanitario previsto per contratto: in caso di cambio di controllo o di demansionamento, il figlio della ministra poteva dimettersi e avere diritto a tre annualità di stipendi come buonuscita".

Più pacato, ma fermo nelle intenzioni il Pd che, tramite il responsabile giustizia Danilo Leva, ha chiesto chiarezza: "E' opportuno che il ministro chiarisca il senso delle sue parole".

A BOLOGNA. Proprio qualche giorno fa, la Ministra ed ex commissaria del Comune, dopo l'affaire Delbono, è venuta in città per verificare lo stato delle carceri della Dozza e del Pratello. 

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