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Salute

West Nile, i medici: 'Piano Nazionale per combattere zanzare e zecche'

'È probabile che le condizioni climatiche delle ultime stagioni abbiano favorito un aumento delle attività dei vettori, zanzare e zecche' e di conseguenza l'incremento delle malattie


Come previsto dal Piano regionale arbovirosi 2015, sono state tempestivamente applicate le misure specifiche sulle donazioni di sangue, organi e tessuti, per la prevenzione del rischio di infezione. Le misure di controllo hanno permesso di rilevare un donatore di sangue positivo al virus e attivare quindi le misure di sicurezza, escludendolo quindi dai processi di donazione.
È stato inoltre diagnosticato un caso di malattia neuroinvasiva nella provincia di Parma.

Il fatto che un’epidemia di Chikungunya si sia verificata in Italia ‘solo’ due volte in dieci anni (o per meglio dire solo due volte da quando una mutazione del virus gli ha consentito di utilizzare anche la zanzara tigre come vettore) dipende dall’impossibilità della zanzara di trasmettere il virus alla propria progenie. Perché un’epidemia si verifichi in Italia bisogna pertanto che una persona o una zanzara infette arrivino da un’area in cui è in corso l’epidemia. Le zanzare tigre ‘italiane’ penseranno poi al resto, amplificando la diffusione del virus. I ceppi che hanno causato le due epidemie italiane, diversi tra loro, sono arrivati entrambi dal subcontinente indiano, una distanza che hanno dovuto necessariamente coprire in aereo.

I CASI DI WEST NILE IN ITALIA

Il vettore, la comune zanzara Culex pipiens, può trasmettere il virus alle sue uova e quindi alla futura progenie. Fattori climatici, precipitazioni, temperatura estiva si sono dimostrati in grado di influenzare la capacità delle uova deposte di superare l’inverno, di favorire la proliferazione delle popolazioni di zanzare e di consentire l’incremento dell’ibridazione tra il biotipo di Culex che punge quasi esclusivamente l’uomo e quello che punge quasi solo gli uccelli. Diverse specie dei quali costituiscono il vero serbatoio della malattia, poiché nell’uomo non viene raggiunta la viremia  sufficiente da consentire alla zanzara di assumere pungendolo una quantità di virus utile a ritrasmettere l’infezione. Gli ibridi, che pungono indifferentemente l’uomo e gli animali serbatoio, sarebbero quindi le vere truppe d’assalto di West Nile, e le condizioni che favoriscono il loro sviluppo l’elemento cruciale di rischio per la popolazione umana.

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