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Bologna-Torino, la conferenza stampa di Motta: "Loro squadra difficile, ma noi in crescita"

Il tecnico rossoblù ha parlato in conferenza stampa in vista della gara contro i granata: "Aebischer mi ha sorpreso, Schouten deve giocare più liberamente. Arnautovic? Vediamo come sta"

Vento in poppa per il Bologna di Thiago Motta: per i rossoblù tre vittorie consecutive contro Cagliari, Lecce e Monza. Il prossimo avversario sarà invece il Torino di Ivan Juric, compagno di Motta ai tempi del Genoa. Queste le parole del tecnico ex Spezia in vista della gara contro i granata: 

Periodo di rincontri: Stankovic, Palladino, domenica Juric e anche Paro.
Juric non sarà in panchina, vedrò Matteo Paro con cui ho giocato un anno al Genoa, anche se lui quell’anno era infortunato. Ivan è l’uomo che vediamo anche in panchina: trasmette tanto alla squadra, vuole sempre vincere. Le sue squadre sono competitive, avremo di fronte una squadra durissima da affrontare.

Il Toro ha una certa identità. E il Bologna?
Siamo in crescita e sono molto contento del lavoro fato insieme. Dobbiamo continuare così.

Le prossime tre partite saranno indicative? C’è consapevolezza nel gruppo?
Alla fine ogni partita la affrontiamo con la massima esigenza. Più vinciamo, più c’è esigenza. Ora viviamo nel presente e affrontiamo il Torino, una squadra difficile per tutti. È una squadra che non lascia giocare l’avversario e negli spazi sono bravi. Hanno intensità e ritmo. Questo è il nostro presente.

Il Bologna sembra aver trovato un certo equilibrio.
è sempre in movimento, non possiamo fermarci. Ogni giorno guardiamo il livello dei singoli e il livello dei reparti affinché funzioni tutto meglio. E questo può sempre cambiare. Dipende sempre da loro, io devo guardare ognuno di loro e scegliere il meglio.

Orsolini?
Lui è l’esempio del calcio moderno, anche con i cinque cambi. È difficile parlare di titolari, per alzare il livello nel secondo tempo ci sono elementi che possono e devono fare la differenza, come ha fato Riccardo. Lui è un giocatore importante con caratteristiche che non hanno in tanti nella nostra squadra. È entrato bene e ha fatto bene al di là del gol.

Arnautovic come sta?
Non sappiamo ancora. Manca un allenamento. Joshua ha fato molto bene, così come Marko. Vediamo quale sarà la migliore opzione. Ma ripeto: la titolarità, in questo momento, è qualcosa che paradossale, come abbiamo visto con Orsolini. È questo che voglio vedere: che sia Marko che sia Joshua, chi entra deve dare il proprio contributo per vincere, che è il nostro obiettivo.

I ragazzi sono entrati nell’ordine delle idee dell0importanza dei cambi?
Anche quelli che non giocano stanno facendo allenamenti interessanti che alzano il livello della squadra. Per crescere è necessario, ma ovviamente se i risultati ci premiano funziona meglio. Piano piano miglioreremo sempre di più, partendo dai singoli fino alla squadra.

Il Torino è una squadra che alza molto il pallone, in cui gli scontri fisici sarano molto importanti. Hai pensato a qualcosa?
Il Torino già dall’anno scorso e prima l’Hellas hanno messo tante squadre in difficoltà, non solo per i duelli. Certo, i duelli sono importanti, ma soprattutto sulle seconde palle è una squadra che dà molto fastidio. Noi dobbiamo essere pronti ad avere il giusto spirito e la giusta disponibilità, tutti, nell’andare sui duelli e sulle seconde palle per mettere in pratica quello che sappiamo fare. La base per giocare contro il Torino è l’intensità: seconde palle, palloni, sporchi, profondità. In questo modo avremo il controllo per aumentare o abbassare il livello di gioco. I singoli non sono così importanti.

Stiamo tornando alle marcature individuali?
Va di moda. Quando una squadra ottiene i risultati in questo modo c’è più attenzione. Ma tutti i modi sono utili e possono portare a qualche risultato. Juric lo trasmette in questo modo con queste funzioni, allenatori diversi portano idee diverse. Ogni modo ha vantaggi e svantaggi.

Tu hai la sensazione di essere già riconoscibile?
No, ancora no, Mi auguro di esserlo un giorno. Per dire un nome, Mourinho alla Roma e Spalletti al Napoli. Nonostante tutto ciò che hanno fatto, li guardi in panchina e guardi la loro passione ed è incredibile per noi che stiamo iniziando ad allenare.

E la tua identità?
Secondo me è qualcosa in più, ma non così importante. L’importante è la passione. Come dicevo prima, mi auguro di arrivare a quell’età e avere la passione che ho oggi. Significa che mi piace ciò che faccio. Possiamo parlare di tante cose ma funziona solo per quello. E non solo nel calcio.

Come collettivo cosa le sta piacendo? E un singolo giocatore che la fa impazzire?
A livello collettivo mi piace vederli in sintonia. Mi piace vedere la squadra che quando è in difficoltà si arrabbia. Mi piace vederli che parlano tra loro e che scherzano perché sono in sintonia. Singolarmente è difficile: ho stima per ognuno di loro ed è difficile dire chi gioca chi non gioca. Per un ragazzo è difficile allenarsi e aspettare di avere la propria opportunità. È il caso di Lorenzo e Roberto. Ma in allenamento vanno sempre al massimo. Se devo dire uno dico Michel: lo vedevo molto introverso da fuori, mentre da dentro è un ragazzo sveglio, che sorride e che comunica molto e che cerca di aiutare. Dà sempre il massimo. Non è una sorpresa ma da fuori non lo vedevo così.

Nell’undici di domani ci sarà qualche sorpresa?
Sorpresa no. Saranno gli undici migliori per affrontare il Torino. Vedremo domenica.

Come sta Ferguson?
Io lo vedo molto bene, sempre attento nel fare le cose nel modo giusto. Abbiamo tre partite fino alla sosta, vedremo la sua gestione. Lo vedo bene, ha entusiasmo e attenzione.

Schouten è pronto?
Tutti quelli che porto penso che possano iniziare. Magari non faccio i cinque cambi, ma tutti quelli che proto sono in condizione di giocare, altrimenti è meglio allenarsi per stare al massimo nella prossima partita.

In Coppa Italia Schouten ha giocato mezz’ala…
Oggi si è allenato da difensore centrale.

Schouten può essere un giocatore tecnico da spostare più avanti?
Lui è diverso da Ferguson. Lewis quando gioca avanti attacca bene gli spazi, mentre Jerdy si guarda molto intorno e ha una buona tecnica, un buon controllo e un buon passaggio. Però deve lasciarsi più andare. Ogni tanto Jerdy riflette troppo sulla posizione e sui compiti che deve svolgere. Ha già tanta esperienza e tecnicamente è forte. Ha tutto. Vorrei vederlo più spensierato come lui sa fare. Lì avrebbe tante soddisfazioni per lui stesso e per la squadra.

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