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Vigilanza privata: "La situazione è critica. Subito un coordinamento dei sindacati"

L'appello arriva dall'Usipe comparto sicurezza civile per "Una maggiore e vera rappresentatività sindacale"

"Un esame urgente avente ad oggetto un coordinamento unico di tutti gli organismi sindacali autonomi e liberi della categoria delle Guardie particolari Giurate per una vera rappresentatività autonoma da poter controbattere al monopolismo confederale. E' quanto avanza - l'U.Si.Pe. il sindacato autonomo nazionale del Comparto della vigilanza privata - "ogni giorno cerchiamo di migliorare le condizione personale e lavorativa delle guardie giurate degli IvP del paese."

LE PROBLEMATICHE DELLA CATEGORIA: SEMPRE MAGGIORI DIFFICOLTA'. Appare ormai un tema di grande attualità quello della vigilanza privata, considerato il rapido svilupparsi di Istituti dalle capacità indubbie e delle notevoli problematiche che vi ineriscono che si ripercuotono di sicure sempre sui lavoratori della categoria. Assistiamo - continua la nota dell'U.Si.Pe. - giornalmente a contraddizioni uniche tra le rappresentanza sindacali della categoria come in ultimo la spaccatura sul nuovo CCNL firmato di forza da alcune sigle confederali e da altre rifiutate. Proprio per questo sottolineano dal sindacato, abbiamo deciso di lanciare quest'appello a tutte le sigle autonome nazionali e alle RSA e RSU della categoria delle Guardie particolari Giurate, liberi da qualsiasi forma di corporativismo sindacale, che oggi invece assistiamo piu che mai.

POCA TRASPARENZA, CALO DEL MERCATO. A tutto quanto già detto non può, purtroppo, non aggiungersi l'amara constatazione che, anche in un settore in fermento come quello della sicurezza,oltre ad una poca trasparenza rappresentativa sindacale, il legislatore sta fornendo risposte insufficienti sul fronte di una riforma del settore. Ormai questa situazione non è piu' in grado di valorizzare un mercato che ha conosciuto negli ultimi decenni, e sempre in rapida ascesa, un enorme sviluppo sia dal lato della domanda - dovuto dal dilagare dei rischi cui è esposto il patrimonio privato ma anche l'operatore Guardia Giurata in ordine di tutela legislativa. Quello relativo all'esatta natura, pubblicistica o privatistica, da attribuire all'attività espletata dalle guardie giurate è certamente tema più controverso di quelli fino ad ora presi in considerazione dalle rappresentanze sindacali. Al quadro normativo di non facile lettura si sono sovrapposti due diversi orientamenti giurisprudenziali e dottrinali tra loro in aperto contrasto. Allo stato attuale è, quindi, compito ardito affermare il prevalere dell'uno sull'altro, poiché sia la tesi pubblicistica che quella privatistica affondano le loro ragioni nelle medesime lacune normative, cercando per diverse vie di ricucire un sistema, di fatto menomato dall'inerzia del legislatore. Attribuire natura pubblica all'attività espletata dalle guardie giurate significa attribuire, o negare, ad esse lo status giuridico di pubblico ufficiale e da ciò possono discendere le conseguenze che andiamo denunciamo da sempre come O.S. .

La costante giurisprudenza degli anni sessanta/settanta mostra di aderire alla già menzionata tesi pubblicistica, rinvenendone il fondamento normativo nel combinato disposto degli artt. 133 e ss. t.u.l.p.s. e dell'art. 255 del relativo regolamento di esecuzione33, e affermando che le guardie giurate, nell'ambito delle loro specifiche mansioni, svolgono attività di polizia giudiziaria e, pertanto, sono da considerarsi pubblici ufficiali. Entra nel merito il sindacato u.Si.Pe. - il fondamento normativo in base al quale riconoscere alle guardie giurate la qualifica di pubblici ufficiali, anche una successiva sentenza , la quale tuttavia propone, rispetto a quella precedentemente menzionata, una diversa prospettiva. Essa afferma, infatti, che l'attribuzione alle guardie giurate della qualifica di pubblico ufficiale non discende dal rilascio all'istituto di vigilanza, presso cui dipendono, della licenza di cui all'art. 134 t.u.l.p.s., poiché detta qualifica dipende esclusivamente dal concreto esercizio delle funzioni di prevenzione e repressione cui le guardie giurate sono preposte. Tale assunto deriva dal principio secondo cui sono ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria, nei limiti del servizio a cui sono destinate e secondo le attribuzioni ad esse conferite dalle leggi e dai regolamenti, tutte le persone incaricate di svolgere compiti di prevenzione e repressione di determinate specie di reati. Le guardie giurate sono, infatti, chiamate allo svolgimento di tali compiti avendo ricevuto specifica investitura amministrativa all'esercizio di poteri che attengono alla potestà dello Stato: pertanto, nei limiti delle loro competenze, al pari degli organi di polizia giudiziaria, anche le guardie giurate sono chiamate, come pubblici ufficiali, ad agire in nome e per conto dello Stato. Occorre quindi, conclude il sindacato autonomo U.Si.Pe. coalizzarsi e formare un coordinamento nazionale per operare fin da subito ad inserire nell'agenda del legislatore una riforma vera con l'abolizione immediata motu proprio delle confederazioni nazionali perche non accadano piu episodi come ad esempio, un organizzazione autonoma maggioritaria in singola azienda ed essere scavalcata da una sigla sindacale confederativa priva di iscritti ma con il potere di sedersi al tavolo delle contrattazioni Tutto ciò appare assolutamente inadeguato, in ragione dell'evidente realtà delle prerogative sindacali autonomiste.

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