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Botteghe che hanno fatto la storia di Bologna: "Qui si faceva la barba Carducci"

Da 150 anni qui si fanno rasature importanti: da Carducci a Lucio Dalla, il salone di Piazza Cavour ha fatto la barba a tanti illustri bolognesi

Il pensiero che in queste stanze veniva a farsi radere Giosuè Carducci fa un po' effetto. Questo era anche il barbiere di Lucio Dalla, ma a prescindere dai clienti più noti negli ambiti dell'arte e della letteratura, diciamo che il fascino di questa bottega storica sta nell'atmosfera, che non pare poi così cambiata dal 1870, anno di nascita dell'Antica Barberia Marchi di Piazza Cavour. Strumenti e lozioni "vintage" testimoniano i quasi 150 anni di vita di questa bottega storica che adesso è gestita da Gerardo Rusolo, insieme ai suoi collaboratori  Abderrahmane Berrouissi e Jean Claude Alloin. 

«Una volta non ci si faceva la barba a casa, gli uomini andavano a farsi radere nei saloni la mattina prima del lavoro, fra le 7 e le 10. Sapete perchè il nostro giorno di chiusura è il lunedì? - racconta il signor Gerardo, titolare del negozio dal 2012 e custode di un sacco di curiosità sul suo mestiere - Perchè fino agli anni Settanta lavoravamo anche la domenica e così si riposava il primo giorno della settimana. Una volta si andava anche a domicilio e i clienti, venendo in bottega portavano con sè il proprio rasoio e il proprio asciugamano». 

Sono tantissimi i cimeli e gli strumenti del barbiere sparsi nei locali dell'elegante salone, arredato ancora con i mobili e poltrone (tutti pezzi unici) dell'Ottocento, quelli fatti fare da Luigi Marchi: "Sa cos'è questo? - svela sempre il titolare mostrando uno strano aggeggio dotato di quattro spunzoni nei quali si inseriscono dei talloncini numerati - Si chiamano marchette e venivano accumulate dai lavoranti che venivano pagati settimanalmente a provvigione: appena finito un lavoro su un cliente, che fosse una rasatura o un taglio di capelli, ne aggiungevano uno a testimonianza della propria attività svolta». Non solo. Gerardo mostra anche (vedi gallery fotografica) le tessere di "raccolta punti" che con 9 servizi acquistati ne regalavano uno. 

Antica Barberia Marchi, una storia lunga 150 anni

E di cose sul mestiere del barbiere ce ne sono parecchie da dire, un mestiere che è tornato in auge grazie anche alla moda hipster delle barbe e dei baffi in stile anni Quaranta: «In effetti ai nostri clienti abituali negli ultimi anni si sono aggiunti tanti giovani che amano seguire la moda della barba. Noi facciamo barbe rasate, sfumate o modellate. Vi spiego. La barba rasata è delle più classiche, si inizia con panno caldo per ammorbidire il pelo ed aprire i pori, poi si fa la saponata con pennello ed acqua calda, poi si fa la rasatura a regola d’arte con rasoio a mano libera e alla fine si fa il panno freddo per chiudere i pori e si mette sul viso dopobarba o crema a seconda dei gusti del cliente. La barba sfumata invece consiste nell’accorciare la barba (con forbici o macchinetta elettrica) senza l’ausilio del rasoio e alla fine panno caldo per pulire il viso dai peli tagliati.La barba modellata segue lo stesso procedimento della barba sfumata ma si delineano i contorni con il rasoio».

E fra specchi, pennelli, boccette e antichi tariffari Gerardo ha trovato nella vecchia bottega anche una particolare "ricetta": «Scritti su un foglietto ingiallito dagli oltre 100 anni c'erano gli ingredienti di un profumo usato fra queste mura. Io sono riuscito a riprodurlo e questo è certamente un ponte con la tradizione».

Storia dell'Antica Barberia Marchi

L'Antica Barberia Marchi nasce al centro di Bologna nel lontano 1870 in via Farini e successivamente spostata in piazza Cavour nello stabile della Banca d'Italia. Nasceva nel fulcro culturale ed economico di Bologna vista la vicinanza all'Università dell'Archiginnasio, alla libreria Feltrinelli, al bar Zanarini e, appunto, alla Banca d'Italia.

Il fondatore è stato Luigi Marchi da cui prende il nome la barberia, in seguito è subentrato il figlio Mario Marchi fino al 1934 circa. Poi subentrò Gino Reggiani fino al 1952, dopo la morte del Reggiani subentrò Adelfo Amaroli (che entrò come lavorante nel 1944) fino al 1972. Da questa data entrò Mario Occhi come socio (che era lavorante dal 1966) fino al 2004 quando Amaroli cessò di lavorare per malattia e subito dopo entrò Gerardo Rusolo come lavorante fino al 2012 quando ha rilevato l'attività e attualmente ne è il proprietario.

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