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Il "soffitto di cristallo"della disuguaglianza di genere (spiegato con i dati)

L'8 marzo riaccende i riflettori sul tema della parità tra donne e uomini. Ma dal lavoro all'università, fino alla sicurezza, anche a Bologna c'è ancora molto da fare

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Numericamente sono più degli uomini e hanno un livello di istruzione maggiore. Eppure non hanno le loro stesse opportunità lavorative, trovano meno spazio all'interno della politica e non si sentono al sicuro quando camminano per strada. Anche a Bologna, come nel resto d'Italia, la disparità di genere continua a gravare sulla vita delle oltre 520mila donne che vivono nella Città Metropolitana. Ogni anno, la Festa della donna riaccende i riflettori sul tema dell'uguaglianza tra uomo e donna. Ma quella che spesso viene trattata come un'emergenza è invece una regola del Paese in cui viviamo. Un "soffitto di cristallo" fatto di ostacoli e impedimenti determinati da fattori culturali, psicologici e sociali che è molto difficile riuscire a cambiare, come dimostrano anche i dati disponibili sul nostro territorio.

Pagate meno dei colleghi maschi 

Il divario salariale di genere, dal report Misure di Genere 2023 della Città Metropolitana

Una delle statistiche più esemplificative del gap di genere è quella della forza lavoro e del benessere economico. Nel settore privato, la retribuzione oraria di un dipendente uomo è di 12,8€, quella di una donna di 11,7€. Tradotto: per ogni euro guadagnato da un uomo una donna guadagna 91 centesimi. Il divario retributivo a Bologna è più ridotto rispetto alla media nazionale ma impatta comunque sulle scelte di vita di una lavoratrice, che deve far fronte a una minore indipendenza economica nonostante la formazione universitaria sia più diffusa tra il genere femminile (22,2% contro il 18,4% dei laureati maschi). Si registrano differenze sostanziali anche nel tasso di occupazione, inattività e disoccupazione, dove la linea più svantaggiata è sempre quella di colore rosa.

I principali tassi che riguardano le forze lavoro (15-64 anni)-2

Le donne imprenditrici? Una nicchia

Nell'ultima indagine sulla qualità della vita nell'area metropolitana (condotta da Doxa nel settembre del 2023), al questionario le donne hanno risposto di essere meno soddisfatte rispetto ai concittadini uomini proprio per la condizione economica in cui vivono, il lavoro che svolgono e il tempo libero che riescono ad avere a disposizione. E tra quelle che hanno una famiglia, due su tre hanno detto di prendersi totalmente o per la maggior parte cura delle mansioni domestiche. Non mancano però le storie di imprenditrici che hanno fondato o sono a capo di un'azienda: nella Città Metropolitana le imprese femminili sono 18.146, in crescita da anni e il 21,5% del totale. I servizi, la sanità e l'assistenza sociale sono i settori principali in cui operano.

Imprenditoria femminile 1

Imprenditoria femminile 2

La rappresentanza politica e le 'quote rosa'

Nella rappresentanza politica difficilmente una donna arriva a ricoprire la carica di sindaca. Sui 55 Comuni metropolitani, 11 sono a reggenza femminile: Argelato (Claudia Muzic), Bentivoglio (Erika Ferranti), Budrio (Debora Badiali), Casalfiumanese (Beatrice Poli), Castel d'Aiano (Rossella Chiari), Castel Maggiore (Belinda Gottardi), Malalbergo (Monia Giovannini), Marzabotto (Valentina Cuppi), Monghidoro (Barbara Panzacchi), Monte San Pietro (Monica Cinti) e San Lazzaro di Savena (Isabella Conti). Nelle amministrazioni l'incarico che presenta più bilanciamento di genere è l'assessorato, mentre nella carica da consigliere e consigliera la 'quota rosa' è del 40%. Dati per cui Bologna è sopra di sei punti percentuali rispetto alla media nazionale.

La rappresentanza per genere nelle amministrazioni comunali (report Misure di Genere 2023 della Città Metropolitana)-2

La segregazione verticale

Il fenomeno per il quale le donne sono presenti prevalentemente nei ruoli inferiori di una gerarchia, con una progressiva riduzione in termini percentuali all'aumentare della posizione, si chiama segregazione verticale. La si osserva anche all'interno dell'università, dove sono prevalentemente gli uomini a insegnare. Nell'ultimo Bilancio di genere pubblicato dall'Università di Bologna, su 856 docenti ordinari 606 sono uomini, mentre tra il personale tecnico amministrativo le donne sono 2074 contro 1079 uomini.

La segregazione verticale in università

Violenza di genere: nel 2023 record assoluto di nuovi accessi alla Casa delle Donne

La popolazione femminile metropolitana è circa il 52% di quella totale. 205mila donne vivono nel capoluogo, tra cui poco più di 64mila di origine straniera (prevalentemente romena, marocchina e pakistana). Sempre nel sondaggio di Doxa, la metà delle intervistate ha detto di non sentirsi abbastanza sicura quando cammina per strada al buio e da sola. La violenza di genere è un fenomeno che regolarmente si concretizza nelle vie e nelle case. I giornali riportano quasi ogni giorno notizie di abusi fisici e psicologici, aggressioni e stupri fino al femminicidio. Episodi come la morte di Giulia Cecchettin, Alessandra Matteuzzi ed Emma Pezemo, come sottolineano da anni i movimenti femministi, sono l'esito estremo della violenza sistematica della nostra società. Ma ci sono anche storie che sono un esempio di solidarietà, come quella di Giulia Leone che ha salvato un'altra ragazza da uno stupro in via Belle Arti.

L'anno scorso la Casa delle Donne ha registrato il record assoluto di nuovi accessi con 759 vittime che si sono presentate agli sportelli anti-violenza. In città esistono anche altre realtà che mettono a disposizione supporto psicologico, legale e abitativo per le donne vittime di violenza, come Sos Donna, Mondodonna e il Centro Antiviolenza dell'Unione donne in Italia.

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Il quinto obiettivo dell'Agenda 2030 dell'Onu

"Raggiungere l'uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne" è uno degli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'Onu, il programma di politiche per lo sviluppo sociale, economico, culturale ed ecologico dei 193 Paesi membri. Quello della parità di genere è il quinto dei 169 target prefissati, riconosciuto come "non solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace". Porre fine alle discriminazioni, eliminare ogni forma di violenza privata e pubblica di donne e bambini (comprese le pratiche di matrimonio combinato e mutilazioni) e garantire un pari accesso all'istruzione, alla vita pubblica, alla salute e al lavoro sono i traguardi principali da raggiungere.

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